CATANZARO – “Proprio mentre il Ministro della Giustizia Andrea Orlando iniziava il suo viaggio nei tribunali italiani più in difficoltà partendo dalla
Calabria, il Procuratore Nazionale Antimafia Roberti, da Roma, lanciava l’ennesimo allarme che segna il dato più preoccupante per la Calabria: la Direzione antimafia di Catanzaro dispone di soli sei magistrati che sono costretti addirittura a chiedere il rinvio dei processi perché non riescono a coprire le udienze. Quello del Procuratore Nazionale Antimafia è un vero e proprio grido di aiuto che non può rimanere inascoltato, specie quando afferma che il gap tra Nord e Sud può essere superato solo attraverso una vera lotta alla criminalità organizzata che necessita di apparati e di organici giudiziari adeguati. Senza alcuna vena polemica, viene da chiedersi se il Ministro della Giustizia farà tesoro delle parole “consegnategli” dal Procuratore Nazionale Antimafia proprio durante la sua visita in Calabria in un contesto che sembra aver sancito la “fine della partita” dei tagli dei Tribunali”.
Sono queste le parole della Vice coordinatrice regionale di Forza Italia Wanda Ferro in merito alle parole del Procuratore Nazionale Antimafia sul tema della carenza di organico all’interno della DDA di Catanzaro.
Vogliono tagliare i Tribunali in Calabria – aveva affermato Gratteri – ma nessuno sa che in Piemonte ce ne sono 17 a venti chilometri l’uno dall’altro. Sono questi i veri sprechi.
“Nonostante tutto, la riforma della geografia giudiziaria è proseguita – continua Wanda Ferro – senza un progetto serio, ed ha condotto alla soppressione (o all’accorpamento) di molti Tribunali e di molte Procure con risultati disastrosi sotto il profilo della efficienza della macchina della giustizia. È evidente che la riduzione della spesa è uno degli obiettivi cui tendere, ma è altrettanto chiaro che tale risultato non può essere ottenuto a spese della lotta contro la criminalità organizzata, specie in una regione come la nostra dove non si può correre il rischio che la sovranità dello Stato sia una sovranità “limitata”. L’attuazione della cosiddetta spending review in materia di giustizia avrebbe potuto e dovuto essere portata avanti senza procedere alla soppressione dei Tribunali e delle Procure laddove, in un territorio come il nostro, anche la sola presenza degli Uffici Giudiziari rappresenta un baluardo di legalità, un po’ come la diffusione capillare delle caserme rappresenta un deterrente verso gli atti di criminalità. Occorre insomma un’analisi, caso per caso, delle effettive esigenze – conclude – di giustizia in relazione alle caratteristiche dei territori facendo tesoro delle esperienze dei magistrati e degli addetti ai lavori affinché non sia soppresso il diritto alla giustizia”.