La Calabria è la seconda regioni più colpita dal fenomeno delle ecomafie

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ROMA, 4 LUG – Le mani delle ecomafie sulla Calabria. Se la ‘ndrangheta è ormai accreditata come la principale organizzazione mafiosa del Paese e del continente europeo, le cosche nostrane non sono da meno nella gestione del ciclo del cemento e dei rifiuti. Il rapporto Ecomafia 2012, l’indagine annuale di Legambiente sull’illegalità ambientale, fotografa una situazione che definisce ”impressionante, con un business illecito in costante aumento, contrastato con impegno e perizia dalle forze dell’ordine”. La Calabria è al 2° posto tra le regioni più colpite dietro la Campania e davanti a Sicilia, Puglia e Lazio con l’11,2% delle infrazioni accertate nel 2011 (3.892 casi, con 2.561 persone denunciate, 42 arresti e 980 sequestri).

E sono ben tre le province calabresi tra le prime dieci: al 3° posto il territorio di Cosenza (il 4,6% delle infrazioni accertate con 1.543 casi), al 6° Reggio Calabria (2,8%, 956 infrazioni) e al 10° Crotone (2,0%, 675 infrazioni).

”Il dossier Ecomafia 2012 – commenta il presidente di Legambiente Calabria, Francesco Falcone – conferma le denunce degli ambientalisti e legittima sempre pi§ all’operato delle forze dell’ordine e della magistratura. Lo abbiamo dichiarato di recente di fronte alla commissione antimafia: dalla depurazione alla gestione delle discariche, dalle infiltrazioni negli appalti pubblici all’abusivismo edilizio, dalla piaga degli incendi ai misteri delle navi dei veleni, la Calabria è sempre più una terra di frontiera in mano alle ecomafie. Occorre reagire, creare sinergie tra gli attori istituzionali e non, tra la politica e l’associazionismo, per riconquistare i territori a una sana gestione pubblica orientata al bene comune”.

FONTE: ASCA

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