In occasione delle prossime Festività Natalizie i centri commerciali e le vie delle citta’ cominciano ad adornarsi di luci e decorazioni natalizie scintillanti e piene di colore e anche noi cominciamo ad entrare nell’atmosfera natalizia. E che cos’e’ piu’ natalizio del presepe? Il presepe e’ quello che ci riporta indietro negli anni a quando da bambini ci perdevamo le giornate! Era un’attivita’ che ci appassionava sia a casa in famiglia, sia a scuola con i compagni. Sono gli evangelisti Luca e Matteo i primi a descrivere la Natività. Nei loro brani c’è già tutta la sacra rappresentazione che a partire dal medioevo prenderà il nome latino di praesepium ovvero recinto chiuso, mangiatoia. Si narra infatti della umile nascita di Gesù come riporta Luca “in una mangiatoia perché non c’era per essi posto nell’albergo” (Ev., 2,7) dell’annunzio dato ai pastori, dei magi venuti da oriente seguendo la stella per adorare il Bambino che i prodigi del cielo annunciano già re. Il presepio, quindi, non altro che la rappresentazione tridimensionale del Mistero della Nascita di Gesù. Per l’occasione abbiamo intervistato un presepista reggino, nonchè maestro nell’arte della lavorazione del legno e amico di ottoetrenta il Cavaliere Giuseppe Barreca.
Giuseppe, cosa significa per te essere un artista presepista ?
Significa dar spazio alla mia creatività, all’estro e alla fantasia senza prescindere da quel che rappresenta il Presepe. Significa spendere almeno 1000 ore di lavoro solo per cercare di esprimere i contenuti profondi legati alla Natività. I presepisti sentono e vivono in una maniera speciale tale mistero e anche se incontrano delle difficoltà nella realizzazione di questa rappresentazione niente riesce a smorzare il loro entusiasmo e a fermare la loro opera.
Da dove nasce la tradizione di ampliare la rappresentazione mediante personaggi che appartenevano al mondo antico o all’epoca contemporanea?
Nel ‘600 e ‘700 gli artisti napoletani danno alla sacra rappresentazione un’impronta naturalistica inserendo la Natività nel paesaggio campano ricostruito in scorci di vita che vedono personaggi della nobiltà, della borghesia e del popolo còlti nelle loro occupazioni giornaliere o nei momenti di svago, nelle taverne a banchettare o impegnati in balli e serenate. La diffusione a livello popolare si realizza pienamente nel secolo scorso quando ogni famiglia in occasione del Natale costruisce un presepe riproducendo la Natività secondo i canoni tradizionali con materiali e statuine in gesso o terracotta, carta pesta e altro.
un’unica chiave per interpretare il simbolismo del presepe?
Qualunque simbolo è polivalente: si dica come si vuole; in ogni caso, un’interpretazione non ne esclude altre.
Quand’è nata questa tua passione ?
I miei primi presepi li ho costruiti da ragazzo un po’ come tutti utilizzando la carta e il cartongesso. Poi piano piano ho iniziato a utilizzare altri materiali e più andavo avanti più ho cercato di arricchire i miei lavori.
Che tipi di materiali usi per fare un presepe?
In genere utilizzo materiali riciclabili, di scarto biologico o di recupero ad esempio i cartoni di cui si disfano i negozi, i gusci delle uova delle mie galline, le tegole, i ricci di castagna, i gusci delle ostriche, le conchiglie, le zucche, le lampadine, i vasi, il legno, il sughero che acquisto nei negozi di articoli per la pesca, ma anche il polistirolo, le stoffe, l’argilla e la cartapesta.
Quante tempo dedichi della tua giornata per la costruzione dei presepi?
Dipende. Di solito tre ore al giorno o quando capita anche di più. La mattina mi dedico alla famiglia e alla coltivazione di un piccolo orto. In genere comincio la costruzione di un presepe verso febbraio o marzo, perché ci vuole molto tempo e poi mi piace dedicarmi ai dettagli un po’ per volta.
Quale delle tecniche da te utilizzate nella realizzazione dei presepi ritieni più coinvolgente per lo spettatore che magari è un profano a riguardo?
Ci sono varie tecniche come quella del cartongesso, del Presepe in poliuretano ma sicuramente la tecnica del diorama, cioè di scenografie in prospettiva con effetti illumini-tecnici particolarmente coinvolgenti che proiettano lo spettatore all’interno della scena, è la più affascinante.
C’è qualcuno nella tua famiglia o tra gli amici da cui hai imparato quest’arte?
No, ho imparato tutto da solo.
I tuoi presepi sono veri e propri oggetti d’arte. Riesci a venderli?
Certo. Ogni anno c’è sempre qualcuno che li compra. Sono soprattutto reggini. Dal semplice curioso in cerca di un pensiero al collezionista vero e proprio. Ho anche pensato di aprire un punto espositivo, ma al momento è solo un idea. Il costo di un presepe è valutato in base al materiale impiegato, le dimensioni e le ore di lavoro.
Hai mai partecipato a concorsi?
Sì, ho partecipato a concorsi sia come giudice che come concorrente e qualcuno l’ho anche vinto. A questo proposito ricordo con piacere il Concorso “L’Arte nel Presepio” con lo scopo di divulgare l’ amore verso il vero unico simbolo del Natale: la greppia di Betlemme. Ideato da don Matteo Plutino, e portato avanti dall’amico e maestro Ninì Sapone che purtroppo qualche tempo fa ci ha lasciati e a cui va il mio ricordo.
In effetti se non ci fossi tu e qualche altro volenteroso che ogni anno ci regalano la magia del presepe, la tradizione del Natale rischierebbe di svanire.
Grazie di cuore Giuseppe e tanti Auguri!
Grazie a Voi. Ricambio gli Auguri e li allargo a tutti i Calabresi.
Ringraziamo il nostro amico per la semplicità che ha mostrato nel farci entrare nel suo magico mondo. Anche se solo per pochi minuti, entrare nel suo laboratorio significa già respirare un’aria di festa pura. Noi speriamo di essere riusciti a far conoscere meglio il suo talento, tutte le foto che abbiamo riproposto appartengono e sono alcune delle opere del Cavaliere Barreca che gentilmente c’è le ha fornite; per chi volesse maggiori informazioni lo può contattare direttamente a: giuseppe.barreca@alice.it o al numero di cell. 3388148442.