ROMA – Portare la Lega Pro a un format a 60 squadre, sostenere una rivoluzione culturale in grado di contrastare il fenomeno degli scandali nel mondo del pallone e ripartire da quanto c’è di buono a cominciare dalla presenza di una squadra di Lega Pro nei quarti di finale di Coppa Italia dopo 31 anni. Sono le linee guida delineati dal presidente della Lega Pro, Gabriele Gravina, che dopo l’elezione avvenuta a fine dicembre è pronto ad avviare il suo piano riformatore. «Le priorità sono trovare le soluzioni ai problemi che la Lega presenta, come affiora dalle relazioni che mi ha lasciato in consegna il dottor Miele – spiega Gravina – Ci sono tantissimi contenziosi, e questo impegna oltre misura risorse umane ed economiche. Poi ci sono priorità legate allo statuto che va riscritto quasi totalmente. La riorganizzazione della Lega e la ricerca di equilibri e sostenibilità all’interno del nostro mondo». Altro cavallo di battaglia del neo-presidente è la rivisitazione del format. «Sulla riforma dei campionati l’obiettivo nell’immediato della Lega Pro è quello di ritornare a un format che prevede 60 squadre. Un minuto dopo aver stabilito questo principio dovremo interrogarci molto seriamente su quale sarà il punto di caduta finale e quale sarà il nostro format definitivo oltre al nostra mission e al nostro ruolo all’interno del sistema federale». Sul tema scandali con l’inchiesta “Dirty Soccer” Gravina aggiunge: «Non abbiamo gli strumenti per accertare le responsabilità che sono appannaggio delle istituzioni al di fuori del calcio, ma abbiamo il dovere, come Lega Pro, di creare delle task force con personalità del mondo della società civile, come magistrati in grado di fornire informazioni corrette ai tesserati per non incorrere in reati dannosi per l’immagine del nostro mondo. La rivoluzione deve essere culturale, di formazione e di informazione». Altro nodo da sciogliere è il parlarsi con le altre componenti del calcio. «Il rapporto con le altre leghe? E’ cominciato un dialogo molto importante con le altre componenti, dalla Lega nazionale dilettanti alla Lega di Serie B, questa la considero una nota molto positiva dei primi giorni del mio mandato. C’è sintonia e disponibilità a dialogare e confrontarsi trovando insieme le modalità per tracciare le linee guida di un calcio nuovo che è poi quello che ci chiede il Paese». Sul nome di Tavecchio e un eventuale appoggio della Lega Pro in caso di elezioni, Gravina conclude: «Non stiamo ponendo una questione di candidati ma di contenuti e progetti che riguardano la Lega Pro e l’inserimento e il contributo che possiamo dare al mondo del calcio. Queste sono le nostre priorità, chi le difenderà sarà il candidato che sosterremo».