CETRARO (CS) – Dopo la notizia dell’ennesimo suicidio di un detenuto, il giovane Gourram Hicham, classe 1980, che ha deciso di impiccarsi nella casa circondariale di Catanzaro, si riaprono le riflessioni sullo stato di degrado in cui versano attualemente le carceri calabresi.
“Non è solo più un fatto di civiltà, non più soltanto una questione umanitaria, ma un problema di vera e propria illegalità”, queste le parole di Emilio Quintieri, Ecologista Radiacale il quale, riferendosi al fatto di cronaca dei giorni scorsi, ha voluto puntare l’attenzione sulle condizioni precarie in cui vivono i detenuti nel carcere di Catanzaro Siano, gravemente sovraffollato. Pare infatti che, a fronte di una capienza regolamentare di 354 posti, vi sono rinchiuse circa 600 persone, 330 dei quali appartenenti al Circuito dell’Alta Sicurezza perché imputati o condannati per gravi fatti di terrorismo e criminalità organizzata.
“Proprio nei giorni scorsi – prosegue il cetrarese Quintieri – avevo ricevuto una lettera da parte di un giovane detenuto ristretto a Catanzaro Siano con la quale mi chiedeva aiuto descrivendomi tutte le problematiche esistenti in quel Carcere ivi compresi gli abusi ed i pestaggi che qualche Agente della Polizia Penitenziaria si permetterebbe il lusso di compiere ai loro danni. Mi narrava il fatto che, nonostante le condizioni meteo-climatiche non sarebbero stati accesi ancora i riscaldamenti e molti di loro, specie i più sfortunati, costretti a patire anche il freddo. Ma non solo. Infatti, e non è solo un detenuto a lamentarsi di questo, sarebbe mal funzionante la caldaia con la conseguenza che dovrebbero rinunciare persino a fare la doccia per la mancanza dell’acqua calda oppure a farla gelata. Addirittura che fuoriuscirebbero i liquami fognari nei cortili destinati ai “passeggi” soprattutto in quelli destinati ai detenuti ad Alta Sicurezza rendendo impraticabili gli stessi e che, fatto gravissimo, sarebbero presenti numerosi topi e blatte in tutti i Reparti Detentivi tant’è vero che la popolazione detenuta nel tentativo, spesso vano, di impedirne la penetrazione nelle celle, ha allestito delle rudimentali barriere alle finestre che si notano anche dall’esterno. E’ del tutto evidente che la presenza di tali animali costituisce un certificato rischio che possano diffondersi malattie infettive tra cui la letale leptospirosi, volgarmente nota come “febbre dei porcai”. Ulteriori rimostranze dei detenuti che mi sono state fatte – aggiunge l’Ecologista Radicale – riguardano l’insufficienza dell’assistenza medico – sanitaria e psicologica prestata nei loro confronti, assurde limitazioni da parte della Direzione, la mancata concessione di permessi di qualunque genere e tipo da parte del Magistrato di Sorveglianza, l’eccessiva umidità dei Reparti e delle camere detentive a causa della perenne infiltrazione di acqua piovana ed il rigetto ripetuto di richieste di trasferimento in Istituti più vicini alle famiglie o dove sia possibile svolgere particolari corsi di studio”.
E’ chiaro, secondo Quintieri, che la condizione in cui si trovano i reclusi a Siano, che sono sotto tutela dello Stato, sono vere e proprie condizioni di tortura, severamente proibite oltre che dall’Ordinamento Costituzionale anche dal Diritto Convenzionale Internazionale.
Emilio Quintieri in questi giorni, ha sollecitato la presentazione di una dettagliata Interrogazione Parlamentare ai Ministri della Giustizia e della Salute Paola Severino e Renato Balduzzi che, nei prossimi giorni, verrà depositata al Senato della Repubblica e una Visita Ispettiva da parte dei membri del Parlamento: “la legge in questo Carcere come in tanti altri della Calabria e dell’Italia è violata e non si può continuare a far finta di non vedere che sia così e, soprattutto, non si può continuare a custodire così delle persone, la cui maggioranza è in custodia cautelare e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva”.