Negli anni ’70, nei fumetti, un mestiere da maschi, entrava di prepotenza Cecilia Capuana, siciliana trapiantata a Roma e poi a Parigi. Il cineforum Falso Movimento ha il piacere di presentare il documentario della sceneggiatrice e film-maker cosentina Giulia Merenda Come Posso che racconta il percorso artistico e umano di una donna le cui tavole a fumetti hanno attraversato gli anni settanta e ottanta affrontando le urgenze del suo tempo. L’appuntamento è in programma domenica 23 dicembre alle ore 20.30 a Rovito nei locali del Teatro Comunale. Sarà presente l’autrice, Giulia Merenda, che prima della proiezione converserà con Ugo G. Caruso, storico del cinema, già critico di fumetti del quotidiano L’Unità per oltre dieci anni a cavallo tra gli anni ottanta e i novanta.
Il documentario sarà anche un viaggio nell’epoca d’oro del fumetto italiano, come testimonia la voce di Tanino Liberatore, celebre disegnatore di Ranxerox, tra i protagonisti di quegli anni, e anche lui ora a Parigi.
E poi il capitolo sul fumetto francese, con Jean Pierre Dionnet, sceneggiatore di bandes desinées, direttore ed editore nel 1975 della rivista di Moebius, Métal Hurlant, di cui racconta la straordinaria vicenda, a suggellare il ricordo di un momento irripetibile di fermento e cultura.
I fumetti di Cecilia Capuana colpiscono perché espressione di un immaginario iconoclasta e irrequieto che rappresenta e critica la sessualità, i segni del potere e il femminile. Le sue tavole recuperano il disegno classico dal rinascimento al simbolismo di Blake e De Chirico, e approdano, proprio, nelle pagine di Metàl Hurlant, la rivoluzionaria rivista francese che pubblicò dei grandi fumettisti italiani una sola donna: Lei. Lei che ha vissuto in prima persona le istanze del femminismo, di quel femminismo dissacrante che ha dato, poi, vita alla rivista francese Ah!Nana e che ritroviamo in AlterLinus, alla ricerca di una sessualità non confezionata e di una maternità anche artistica.
I suoi fumetti danno vita con grande ironia a un immaginario, ricco, di rottura, che né il cinema né la letteratura in Italia hanno evocato con tanta potenza.
Quello di Cecilia Capuana è un fumetto imparentato con il cinema per le citazioni di cui si nutre, perché lei, fa da ponte fra Moebius e Fellini, per la stretta collaborazione con Zapponi che sceneggiava i sogni in celluloide dello stesso Fellini. Della sua contiguità con quel mondo è testimone Mario Monicelli che con la Capuana intreccia un lungo dialogo rievocando un’amicizia e inevitabilmente raccontando di sé in una delle sue ultime apparizioni.
Come Posso è prodotto da Giulia Merenda e Silvia Giulietta per iFrame.