Pubblicità Ryanair, Wanda Ferro: “La Calabria di Oliverio scivola verso il Medioevo”

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2028

Catanzaro ( Cz) “Chi non ricorda, con nostalgia e ammirazione, la stupenda campagna promozionale della Calabria del 1996 ideata dall’allora assessore al turismo Michele Traversa ? Ancora oggi, lo slogan “Calabria, Mediterraneo da scoprire”, ispirato ad una delle più belle canzoni di Mango, viene usato per gli eventi più significativi. E poi il bellissimo spot televisivo, 29” di incredibile suggestione, le immagini della Calabria sulle fiancate dei treni in partenza da Milano, le gigantografie negli aeroporti con la magia di Le Castella che affonda nel mare. Qualcuno dirà: c’erano i soldi. E’ vero, ma i soldi bisogna usarli bene, non gettarli dalla finestra. E poi quei soldi ritornarono, moltiplicati, grazie alle migliaia di presenze straniere che quella pubblicità riuscì a generare”. E’ quanto afferma in una nota stampa Wanda Ferro, vice coordinatore regionale di Forza Itala. “Che tristezza, a distanza di vent’anni, assistere alla tragicomica vicenda della pubblicità “perecottara” commissionata dalla Regione Calabria alla rivista della Ryanair. Una vicenda che denota la sciattoneria, l’insufficienza, l’inadeguatezza di questo Governo regionale. Inutile prendersela con i burocrati! Siamo passati dal “Mediterraneo da scoprire” alle “natiche da scoprire”! Una Regione che è già scivolata mille volte, in appena un anno e mezzo, sui temi del turismo e della cultura. Ricordate il fiasco dello stand della Calabria all’Expo di Milano, deriso da tutti? E le colpevoli “dimenticanze” sulle celebrazioni murattiane e sul centenario della nascita di Raf Vallone? E ancora non sappiamo bene cosa si intende fare – e siamo già quasi a metà anno – per celebrare i sei secoli della nascita di San Francesco di Paola, il Patrono della Calabria. La Film Commission, che in Puglia genera produzioni, occupazione e immagine, qui da noi è tristemente commissariata e non ha nemmeno un telefono. Un Governo regionale privo dell’assessore alla cultura, sostituito da improbabili commissioni, la dice tutta sulla considerazione che Oliverio ha del mondo del sapere, delle arti, della comunicazione. Siamo piombati, senza accorgercene, nel Medioevo.

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