“Un’alternativa a Riace, il lavoro agricolo tra illegalità e dignità umana”, un convegno a Cassano

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Cassano allo Ionio ( Cs) – Sabato scorso, alla presenza di un nutrito pubblico, si è svolta a Cassano Ionio, presso l’Hotel Terme Sibarite,una tavola rotonda dal titolo: “La riduzione in schiavitù e l’alternativa di Riace. Il lavoro agricolo nel Meridione tra illegalità, violazione della dignità umana e possibili forme d’integrazione”. Organizzata dall’associazione “Combinato disposto degli artt.1, 4, 41 della Costituzione” e dalla rivista “Critica del diritto”, è stata introdotta da Renato Greco, presidente emerito del tribunale di Cosenza, e ha visto gli interventi di Antonio Bevere, già consigliere della Corte di Cassazione, direttore della rivista Critica del Diritto; Claudio Bloise, avvocato, CidisOnlus Cassano Ionio; Maria Francesca D’Agostino, ricercatrice Unical, attivista diritti migranti; Giuseppe De Lorenzo, Flai CGIL Corigliano Calabro; Kaissan Katassou, Flai Cgil Corigliano Calabro; Domenico Lucano, sindaco di Riace; Tommaso Nencioni, dottore di ricerca in storia contemporanea, università di Bologna; Domenico Rizzuti, presidente Forum italo-tunisino; Filippo Sestito, presidenza nazionale ARCI. Negli interventi è stata focalizzata l’attenzione sul dramma dello sfruttamento della manodopera immigrata in agricoltura e sul fenomeno del caporalato. E’ stata ribadita, perciò, la necessità di introdurre nel nostro radicamento il reato di riduzione in servitù. Più ingenerale, alcuni interventi, hanno posto l’accento sulla svalutazione della dignità del lavoro nelle nostre società e sulla fine di una soggettività antagonistica del lavoro subordinato. Degna di nota, infine, la testimonianza del sindaco di Riace Mimmo lucano, recentemente inserito dalla rivista Fortune tra le 50 personalità più influenti al mondo.Per l’occasione, il vescovo della Diocesi di Cassano Ionio, Mons. Francesco Savino, ha concesso una video-intervista, che è stata proiettata in sala nel corso del convegno. I lavori sono stati moderati da Silvio Messinetti e Claudio Dionesalvi, mediattivisti, collaboratori de “il manifesto”.

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