COSENZA – «La relazione del Commissario Straordinario ha certificato che Mario Occhiuto è “un debitore esecutato”. L’informativa del Commissario di Palazzo dei Bruzi elenca una molteplicità di procedimenti che coinvolgono il Comune di Cosenza nel pagamento dei debiti privati di Mario Occhiuto. E’ del tutto evidente, dunque, che in seguito ai procedimenti complessi (per come li ha definiti il Commissario) inevitabilmente si generano contenziosi, che, seppure allo stato ancora non sono registrati, determinano la condizione di incompatibilità con la carica di Sindaco». E’ quanto si legge in una nota del Partito Democratico a firma del segretario provinciale Luigi Guglielmelli. «Occhiuto è un “debitore esecutato” che può sanare la condizione di incompatibilità soltanto se paga di tasca propria i suoi debiti personali prima che al Comune venga ordinato dal Tribunale di Cosenza di non essere più terzo pignorato ma soggetto pagatore che si sostituisce al debitore fondamentale – spiega l’esponente del Pd – Il Comune è stato condotto in una fase avanzata di esposizione verso i creditori di Occhiuto. Farebbe bene Occhiuto a dire ai cosentini come intende dunque saldare i suoi debiti e, soprattutto, come intende fronteggiare il procedimento che gli impone il pagamento di 1.777.609,09 euro o della cifra accertata dal giudice. La capacità di Occhiuto di manipolare la realtà è davvero una grande dote artistica: bisogna solo stabilire se il suo è un caso di genialità o di bugiarderia seriale. Infatti – prosegue Guglielmelli – pur di vestire i panni della vittima ad ogni costo e di dismettere quelli del carnefice, omette di annotare che il Commissario ha addirittura deciso di “inviare tutta la documentazione alle autorità preposte ai controlli sugli atti ed attività degli Enti Locali” per la “valutazione di comportamenti omissivi sulla dichiarazione di terzo e sugli obblighi del Comune”. Insomma, Occhiuto è un debitore esecutato. Incompatibile se non paga. Inoltre – conclude Guglielmelli – è chiaro che comincia ad emergere un quadro di irregolarità, errori ed omissioni che anche la burocrazia comunale avrebbe compiuto per la mancata costituzione in giudizio del Comune nei procedimenti e per le evasioni degli obblighi imposti all’ente pignorato. Ovviamente se il Comune avesse assolto ai suoi compiti nulla di tutto ciò poteva succedere e dopo il pignoramento del quinto dell’indennità da parte di Porsche Financial Service c’erano tutte le condizioni perché Palazzo dei Bruzi rimanesse estraneo e non costretto a pagare in nessuna forma alcun debito personale del Sindaco in carica».