Lombardo: «Le mafie sono sistema contropotere privato sempre più evoluto»

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Il PM Giuseppe Lombardo durante il processo che vede coinvolto l'ex ministro Claudio Scajola per i presunti aiuti alla latitanza di Amedeo Matacena, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, a Reggio Calabria, 22 ottobre 2014. ANSA/FRANCO CUFARI

ROMA – «Le mafie sono un sistema di contropotere privato sempre più evoluto e penetrante. E sono abilissime ad adattarsi ai mutamenti sociali ed economici, stabilendo fra loro rapporti fatti di nuovi, sempre diversi punti di incontro. In un contesto del genere, pur non entrando nel merito della vicenda, non mi sentirei di escludere a priori che la ‘ndrangheta possa aiutare cosa nostra nella gestione di una latitanza così delicata come quella del boss Matteo Messina Denaro». Lo ha detto a Voci del Mattino, Radio1 Rai, Giuseppe Lombardo, sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. «A parte la prossimità geografica, ‘ndrangheta e cosa nostra si sono già scambiate appartenenti, hanno collaborato nel traffico d’armi e in quello degli stupefacenti, si sono evolute insieme, potemmo dire, accrescendo quella trama di relazioni stabili che ne ha sviluppato anche il singolo potere, tanto che ormai sono entrambi componenti centrali di un sistema economico e imprenditoriale che usufruisce di fortissimi agganci a livello finanziario e bancario».

«La ‘ndrangheta, che conosco bene professionalmente – ha proseguito il magistrato – è una organizzazione della quale è ormai praticamente impossibile tracciare sia i confini, sia gli ambiti entro cui opera, essendo dotata di una struttura imponente, in grado di gestire situazioni di una incredibile complessità, in Italia e soprattutto all’estero. Dispone di risorse finanziarie enormi, che derivano fondamentalmente dal controllo ormai in forma quasi monopolistica del traffico di cocaina. In determinati contesti storici, dunque, si può trasformare in una grande agenzia di servizi criminali, in grado di espandersi dappertutto. Dobbiamo prendere atto di questa “globalizzazione mafiosa”, e se Cosa nostra e ‘ndrangheta sono oggi parte integrante di un sistema globalizzato di malaffare – ha concluso il sostituto procuratore Lombardo – non possiamo e non dobbiamo escludere a priori che vi possa essere piena collaborazione tra le due mafie anche in una vicenda di latitanza estremamente ingombrante come quella di Matteo Messina Denaro».

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