REGGIO CALABRIA – Venticinque truffe compiute in meno di un anno; tre persone finite agli arresti domiciliari ed altre 7 sottoposte all’obbligo di dimora; duecento indagati, tra cui medici e professionisti: sono i numeri dell’operazione “Insurance”, condotta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dal commissariato di Cittanova con il coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi, che avrebbe scardinato un’organizzazione specializzata nelle truffe alle compagnie assicurative. Ai domiciliari sono finiti Franco Chindamo, 36 anni; Vincenzo Insardà, di 40, e Maria Teresa Cosentino, 36 anni. Gli inqirenti imputano loro truffe per 300mila euro che sarebbero state compiute fra il novembre 2011 e settembre 2012. I dettagli dell’operazione sono stati resi noti dal procuratore di Palmi, Ottavio Sferlazza, nel corso di una conferenza stampa tenuta in Questura a Reggio Calabria, alla presenza del questore Raffaele Grassi, del capo della Squadra Mobile Francesco Rattà e il vice questore aggiunto Alessandro Sciacca, dirigente del commissariato di Cittanova. Per gli inquirenti gli organizzatori sarebbero Franco Chindamo, titolare di un’agenzia di infortunistica stradale, e Vincenzo Insardà, ufficiale della Guardia di Finanza sospeso dal servizio dal 2010. Il modus operandi sarebbe stato sempre lo stesso: individuati mezzi e persone, che venivano indicati nelle telefonate come “partite di calcio” da organizzare, veniva pianificato il falso incidente e si allertavano le forze dell’ordine, che al loro arrivo trovavano le auto spostate dal luogo delo sinistro. La spiegazione era che le persone coinvolte avevano trovato l’accordo e non c’erano feriti. Le forze dell’ordine, però, una volta intervenuti, come da prassi, redigevano un verbale, anche se impossibilitate a ricostruire la dinamica. Quel verbale era il punto di partenza del raggiro perché le persone coinvolte si recavano al pronto soccorso, e ai medici, assolutamente inconsapevoli ed estranei ai fatti, dichiaravano di accusare dolori ottenendo prognosi dai 3 ai 5 giorni: quanto bastava per mettere in atto il resto del meccanismo, con richieste risarcitorie da parte della stessa agenzia o di una praticante legale finita agli arresti domiciliari, grazie anche all’intervento dei medici compiacenti, che avrebbero redatto false certificazioni. Contestualmente alle misure cautelari gli agenti hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo del patrimonio aziendale e delle quote sociali della “Chinservices srl», agenzia di infortunistica stradale, con sede a Polistena, gestita da Chindamo.