Nell’ormai lontano 2009 la Rovio Entertainment lanciava sugli store per smartphone l’app di intrattenimento che sarebbe diventata uno dei giochi per telefono più famosi e scaricati di sempre, Angry Birds. Forse, all’inizio, neanche la stessa azienda finlandese si aspettava l’incredibile successo che ha riscosso il prodotto, che ancora oggi risulta tra i prodotti di punta dalla compagnia. Fatto sta che dopo otto anni dall’uscita del primo videogioco questo titolo è arrivato a vantare tredici diverse uscite, tre spin-off e una raccolta dei primi tre giochi della serie su console.
L’impatto mediatico ha avuto riscontri concreti, tanto che Angry Birds è stato citato in molti telefilm, come The Big Bang Theory, Grey’s Anatomy, Gossip Girl e altre serie tv famosissime.
Dopo il cartone animato del 2013, il 20 Maggio 2016 è arrivato nella sale cinematografiche il film tratto dal videogioco, prodotto dalla stessa Rovio Entertainment e distribuito in Italia solo dallo scorso 15 Giugno.
Forse qualcuno può essere un po’ scettico, è facile pensare che il gioco, avendo solo uno stralcio di trama, non possa ispirare un buon film. Effettivamente la trama di Angry Birds è molto semplice: i maiali hanno rubato le uova degli uccelli e, questi ultimi, se le riprendono lanciandosi contro i nemici. La rappresentazione cinematografica riprende questa storia, ma la mette in scena solo in parte. Il resto delle vicende sono molto romanzate: la trama si svolge sull’Isola degli Uccelli su cui vivono pennuti che non sanno volare; il protagonista è Red, ovvero l’uccello mascotte del gioco, che vive da solo come un eremita scontroso ed emarginato. Mettendosi nei guai a causa del suo caratteraccio, sarà costretto a frequentare un corso di controllo della rabbia dove conoscerà alcuni personaggi principali del gioco: Chuck, lo scattante uccello giallo, Bomb, il pennuto nero esplosivo, e Terence, simile a Red ma molto più grosso. Un bel giorno sull’isola arrivano, a bordi di un’imbarcazione, i maiali. Presentandosi prima come popolo alleato e amico, i nuovi arrivati sottraggono ai volatili tutte le uova per mangiarle.
Prima di vedere il film si è per forza di cose titubanti, pensando possa trattarsi della solita trovata commerciale per aumentare le entrate e per pompare un prodotto che di successo già ne ha. Può anche darsi che sia così, ma questa trasposizione cinematografica ha più aspetti positivi che negativi.
Innanzitutto, il modo in cui è orchestrata la trama è impeccabile. Viene presentata una società perfettamente bilanciata fra l’antropomorfizzazione e il mondo volatile che, a differenza di altri film simili in cui gli animali hanno atteggiamenti troppo umani, mantiene la coerenza di quella che deve essere una società animale. L’ambiente è costruito tutto intorno al protagonista, come a far percepire il contrasto che esiste fra la sua concezione di mondo e quella degli altri. Ovviamente il personaggio principale è delineato alla perfezione, così come i co-protagonisti Chuck e Bomb, uno energico e positivo e l’altro sempre gentile ma che, se colto da emozioni forti, esplode, nel vero senso della parola! Possiamo notare dei protagonisti stereotipati, infatti Red, dei tre, è senza dubbio il più assennato, mentre gli altri due pennuti sono le spalle comiche, fattore che non risulta propriamente negativo nel film; questo cliché si nota anche nei personaggi più di contorno, come Terence, volatile dal torbido passato e con un animo nobile e sensibile, e Grande Aquila, protettore dell’isola venerato come una divinità, ma che in fin dei conti è solo un egocentrico buffone. Personalità già trite e ritrite, che aiutano ad apprezzare meglio ogni aspetto del film perché costruito interamente intorno a loro: non sono i protagonisti a essere inseriti nel contesto della storia; ogni scena è pensata per favorire e far risaltare i comportamenti, seppur scontati, dei personaggi che, con la loro semplicità, lasciano molto spazio all’elemento comico.
Proprio per il fatto che viene privilegiato l’essere volatili, tutto viene visto da un’altra ottica ed è ciò che favorisce le risate.
Fattore fondamentale è, inoltre, l’intreccio della trama: le vicende possono sembrare orchestrate solo per arrivare alla classica fionda con cui si lanciano i pennuti, ma la storia è costruita così bene, fra emozioni e vicende, da far quasi dimenticare l’enorme arma con cui i pennuti recupereranno le loro uova. Però, a questo proposito, per quanto la trama sia ben elaborata, sembra comprimersi su un finale a mio avviso affrettato, mostrando i poteri di personaggi secondari e quasi superflui.
Tecnicamente ottima la grafica, le dinamiche e il quasi sempre impeccabile doppiaggio italiano.
Angry Birds è uno di quei film che divide gli spettatori in due categorie: c’è a chi piace e a chi non piace. Dipende semplicemente da come lo si vuole vedere. Non resta che andare al cinema per farsi un’idea.
A me non resta che augurarvi una buona visione!
Paolo Gabriele De Luca