Altomonte, riflessione e tanta musica nella serata sulla felicità di Flavio Insinna

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ALTOMONTE (CS) – Spettacolo all’insegna della battuta e della riflessione quello che ha avuto luogo ieri nello scenario del teatro Costantino Belluscio di Altomonte. Ad esibirsi è stato Flavio Insinna con il suo “La macchina della Felicità” che prende il nome dal medesimo libro. Il conduttore del programma televisivo “Affari Tuoi”, in onda su Rai 1, è stato supportato dalla piccola orchestra composta da Angela Nigro al pianoforte, Vincenzo Presta al sax, Giuseppe Veneziani al contrabbasso, Saverio Petruzzellis alla batteria e dalla voce di Letizia Liberati. Un mix di musica e parole che hanno Flavio Insinna ad Altomonteaccompagnato e allietato il pubblico giunto al teatro Belluscio per assistere allo spettacolo. L’argomento centrale, sul quale si è concentrata la serata, è stato quello della felicità in tutte le sue sfaccettature.

La felicità secondo Flavio Insinna

Insinna ha citato diversi autori e poeti di tutti i tempi, oltre ad altrettanti personaggi famosi che hanno dato, in diversi modi, il loro contributo sul significato da attribuire al tema. «Bisogna realizzare i propri sogni. Sognare è molto facile, raggiungere i propri obiettivi, specialmente nel mondo attuale, non è così semplice – ha detto Flavio Insinna – . Come diceva Schopenhauer noi non viviamo come dovremmo ma viviamo come possiamo. Nell’arco della vita – continua – l’essere umano vive all’incirca 80 anni. Di questi, solo 46 ore vengono dedicate alla felicità. Spero di regalarvene qualche minuto in più durante questa serata».

Il tema della felicità ha toccato diversi spunti di riflessione. In primis il tema attuale dell’immigrazione e dei tanti morti che hanno perso la vita nel loro viaggio della speranza nel Mar Mediterraneo. «Utilizzando le parole di Gaber – dichiara Insinna – tra le parole aiutare e vivere non ci sarebbero differenze se solo noi fossimo più accoglienti». Tutto ciò viene ripercorso dall’attore-conduttore romano tramite il racconto di un sogno. «Queste persone che compiono viaggi tanto pericolosi hanno il diritto alla felicità ». Come disse Erri De Luca «essi fuggono dai loro paesi. Ci lasciamo annegare per negare».

Alessandro Artuso

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