COSENZA – Com’è noto, il ministero del Lavoro rilancia il Sia, Sostegno per l’inclusione attiva, uno strumento creato dal governo Letta nel 2013 e ora esteso a tutta Italia, dopo una lunga sperimentazione nelle grandi città. Le domande da parte delle famiglie in difficoltà possono essere presentate a partire dal prossimo 2 settembre. A tal riguardo, data l’attenzione prioritaria che l’Esecutivo di palazzo dei Bruzi riserva alle politiche sociali e in particolare alla lotta alla povertà, il sindaco Mario Occhiuto tiene a invitare i cittadini a partecipare in quanto «partecipare – dichiara Occhiuto – è un vostro diritto».
A tal proposito dal 2 al 17 settembre prossimi, sulla base delle direttive del decreto nazionale, anche i cittadini di Cosenza che possiedono i requisiti richiesti, potranno presentare l’apposita domanda al settore Affari sociali del Comune per ottenere la card che sarà rilasciata in seguito. Per partecipare, occorre possedere un reddito complessivo familiare non superiore alle 600 euro mensili e attestare almeno una delle seguenti caratteristiche: 1) un figlio minore; 2) un componente diversamente abile nel proprio nucleo di famiglia; 3) una componente in stato di gravidanza. Nei prossimi mesi, ai cittadini con tali certificati requisiti, sarà appunto rilasciata una card di circa 3mila euro, soldi che potranno essere spesi nel corso di un anno. «Si tratta soltanto di un primo intervento per le persone meno fortunate – dichiara Occhiuto in proposito – Persone alle quali rivolgo direttamente l’invito di partecipare al Piano di sostegno per l’inclusione sociale contattando gli uffici dell’assessorato al Welfare che ha sede in via degli Stadi. È un loro diritto – aggiunge Occhiuto – che, certo, non risolve i problemi ma che in qualche misura può offrire respiro incidendo positivamente sulle spese quotidiane. La mia Amministrazione – ricorda – è fortemente impegnata nella direzione di garantire migliori condizioni di vita. Stiamo infatti lavorando per intercettare le risorse necessarie a raggiungere status economici più equi sul territorio, così da sostenere le famiglie disagiate e concorrere al perseguimento di quella giustizia sociale che deve essere la bussola dominante di ogni buon governo».