“Un libro al mese, visti da vicino”: a Vibo Valentia ”Il cacciatore di meduse” di Ruggero Pegna

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VIBO VALENTIA – Continua il viaggio di Tajil, il piccolo migrante somalo sbarcato a Lampedusa, protagonista del romanzo di Ruggero Pegna, per uno dei temi più attuali dei nostri giorni: il dramma dei migranti e la loro integrazione. Dopo “Libriamoci a scuola” di fine ottobre all’Istituto Ciliberto di Crotone, lunedì 14 novembre alle 18.30 ”Il cacciatore di meduse” (Falco Editore) sarà presentato presso la Sala Convegni della Biblioteca Comunale di Vibo Valentia in “Un libro al mese, visti da vicino”, a cura di Concetta Silvia Patrizia Marzano presidente dell’Associazione onlus “L’isola che non c’è”. Alla presentazione interverranno Elio Costa, sindaco di Vibo, il giornalista Danilo Tavella e l’autore.

Il commovente romanzo, che si chiude con il ricordo della strage di migranti del 3 ottobre 2013, è certamente una delle pubblicazioni più belle e convincenti degli ultimi tempi, realizzato anche in versione braille e parlata per non vedenti. Nella storia di Tajil, il piccolo migrante somalo sbarcato con la mamma a Lampedusa dopo l’inabissamento del suo barcone, è lo stesso protagonista  a raccontare paure, sofferenze, emozioni e speranze della fuga verso una vita migliore, nel deserto prima, poi durante la traversata del Mediterraneo dal porto libico di Zuara fino in Sicilia. Una storia dei nostri giorni in chiave romanzo, tra fiaba e realtà, che continua a commuovere lettori di ogni età. «Sento ancora in gola la polvere che ho ingoiato, l’acqua che ho bevuto quando non avevo sete e che desideravo quando ero assetato”, dice Tajil. Terribile la descrizione dei momenti dell’affondamento della sua imbarcazione in uno dei capitoli più dolorosi: “Il pezzo di mare intorno a noi si trasformò in un pentolone pieno di neri che provavano a nuotare. Ribolliva come se, sotto, ci fosse davvero fuoco. Dopo un po’, le grida diminuirono e rimasero i rumori della disperazione. Non durarono molto. Quasi tutti non sapevano nuotare e furono inghiottiti, uno dopo l’altro, in pochi secondi… Ognuno in silenzio andò incontro al suo destino, come se si sapesse che, arrivati alle porte del paradiso, non tutti saremmo potuti entrare e ci si rassegnasse a morire con la consapevolezza d’averci provato…».

“Il cacciatore di meduse” per la sua capacità di raccontare la straordinaria umanità delle incredibili avventure dei migranti africani, è considerato un autentico romanzo di formazione ed è stato già introdotto in molte scuole. Unanimi i consensi di critica e lettori. In questo romanzo, infatti, il tema scottante dell’immigrazione è toccato per la prima volta dall’altro punto di vista, con gli occhi del bambino somalo che diventa scrittore della sua stessa storia e con la voce di altri suoi amici, immigrati, miseri e diversi di tutto il mondo. Ambientata quasi interamente in Sicilia, questa struggente avventura presentata con successo anche alla Book City di Milano e al Salone del Libro di Torino, si muove nel magico scenario della costa siciliana e, in  particolare, di quella trapanese.

Descrizioni incantevoli della natura e dei luoghi, fanno da sfondo all’originale racconto, protagonista di incontri e dibattiti sui temi dell’immigrazione, dell’integrazione e della convivenza tra diversità di ogni tipo. Le avventure di Tajil e degli strani amici della sua compagnia, si snodano per le vie di San Vito Lo Capo, nello scenario naturale della Riserva dello Zingaro, per le tante calette, lungo la costa fino a Scopello e, dall’altro lato, fino a Mazara. Dopo il drammatico racconto del viaggio, in compagnia della madre e di un’altra bimba rimasta orfana durante la traversata, il piccolo migrante si avventura in numerosi luoghi della Sicilia. Il suo peregrinare proseguirà fino al Centro di Accoglienza di Crotone in Calabria; poi a Roma, Milano e finanche a Praga, alla ricerca del Ponte Carlo dove era nata Samira, la fidanzatina bruciata viva nell’incendio della sua baracca di legno. Infine, ritornerà a San Vito, dove riuscirà a coronare il suo sogno di diventare giornalista e lo attenderà una inimmaginabile sorpresa.

In un momento storico dominato dalle tragedie dell’intolleranza, dell’odio e del fanatismo terroristico, “Il cacciatore di meduse” parla di umanità e sentimenti, di uguaglianza tra uomini di ogni fede, razza e colore.  Incastonato nella storia mondiale degli ultimi anni: dall’elezione di Obama, primo presidente americano di colore, all’appello di Papa Francesco alla Comunità Internazionale, è un forte grido contro ogni forma di razzismo.  Un libro struggente e attuale, una fiaba contemporanea, che ripropone il valore controcorrente del rispetto verso gli altri e la ricchezza della contaminazione tra diverse culture, affascinando anche i lettori più giovani.

«La Terra è di tutti… La bontà non dipende dal colore della pelle ma da quello del cuore!», scrive Tajil nel suo primo temino in italiano. Raccontando la dura realtà dei nostri giorni, tra episodi drammatici e sfumature fiabesche,  arriva dritto al cuore.

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