Amantea, sindaco Sabatino: «L’obiettivo è risanare l’ente comunale»

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AMANTEA (CS) – Dopo l’attesa seduta consiliare di ieri, il sindaco di Amantea, Monica Sabatino, e l’intero esecutivo, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta che di seguito riportiamo:

«Le dimissioni di Sergio Tempo prima ed il passaggio di Elena Arone tra le fila della minoranza dopo hanno consentito di sfrondare i rami secchi dell’esecutivo. Siamo certamente più coesi, siamo attenti e concentrati nel risolvere i problemi della città, nella consapevolezza che la rinascita passa attraverso il pagamento dei tributi che, in questo momento, rappresenta una scelta impopolare ma necessaria, per fare in modo che il futuro possa essere affrontato in maniera diversa. L’obiettivo è risanare l’ente comunale, partendo dal concetto di giustizia sociale e facendo in modo che le cartelle esattoriali non facciano la fine di questi ultimi anni. Pur allontanando ogni forma di polemica non si può non rimarcare l’atteggiamento dell’ex assessore al bilancio che, dai banchi dell’opposizione, accusa la giunta di adottare provvedimenti non idonei, parlando di dolo e falso in bilancio. Sergio Tempo ha diretto la parte economica dell’ente negli ultimi anni praticamente da solo e se dovesse ammettere ciò che pian piano emerge alla luce del sole dovrebbe certificare il proprio fallimento politico e gestionale. È un assessore al bilancio, anzi un ex amministratore, che non conosce neanche il rapporto che intercorre tra i metri cubi che la Sorical fattura al comune e quelli che a sua volta l’ente locale chiede in pagamento alla comunità. La Sorical imputa al Municipio la quota di 3 milioni 347 mila metri cubi di acqua, alla quale vanno sommati i quantitativi provenienti dalle sorgenti di proprietà comunale che fanno lievitare il totale ad oltre 4 milioni. Il dato è del 2015. Nello stesso periodo la gestione “firmata” Sergio Tempo ha inviato richieste di pagamento ai cittadini per una cifra prossima a circa 800 mila metri cubi: circa il 20 percento del dovuto. Una circostanza che fotografa una non conoscenza della macchina amministrativa e scoperchia un vaso di pandora che lo stesso Tempo ha cercato in questi lunghi otto anni di tenere nascosto. Altro appunto riguarda il riconoscimento dei debiti fuori bilancio. Anche in questo caso Tempo, che evidentemente sente il terreno sbriciolarsi sotto i piedi, non vuole ricordare che tale procedura doveva essere portata a compimento nello scorso mese di luglio quando era lui in carica e non procedere a tale richiesta nel consiglio del 30 dicembre. Questa è la realtà con la quale l’esecutivo ha dovuto confrontarsi fino a questo momento». «Anche la trasmigrazione di Elena Arone non può passare inosservata. Un (ex) delegato che fino a questo momento non ha prodotto alcun atto per la comunità. Non un’iniziativa, non un progetto, non un idea. Le pochissime cose fatte hanno riguardato solo i propri interessi personali, tanto che non si può escludere che la stessa Arone abbia considerato il suo ruolo al pari di un posto fisso e di uno stipendio a fine mese con cui crescere la sua famiglia».

 

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