Asp Cosenza, il freddo manda in tilt un’UTA

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ospedale Annunziata

COSENZA – Il grande freddo di questi giorni ha mandato in tilt un’ U.T.A., apparecchiatura per il  trattamento dell’ aria, nell’Ospedale dell’Annunziata. Qualche disagio anche per il reparto Materno infantile ma la squadra di pronto intervento è da stamattina a lavoro per riparare il guasto e ristabilire il normale ricircolo dell’aria.

«Il presidio dell’Annunziata – ha dichiarato il Direttore Generale Achille Gentile – è una struttura che risale al 1939 e nonostante gli interventi di ristrutturazione e messa in sicurezza, resta sempre un immobile vecchio con molteplici problematiche. Le squadre di intervento assicurano il ripristino della funzionalità dell’impianto, già nella tarda mattinata».

Nella mattinata di oggi, inoltre, la Direzione dell’Azienda Ospedaliera ha  incontra i vertici dell’Asp. Al centro dell’ incontro le procedure per migliorare i percorsi di trasferimento dei pazienti dagli Spoke all’Hub. La riunione si è resa necessaria causa i molteplici accessi notturni di pazienti, non sempre in codice rosso, derivanti dagli Spoke provinciali che, in più occasioni hanno effettuato diretti accessi nei vari reparti, aggravando le condizioni di agibilità e lavoro dell’equipe mediche.

Le direzioni aziendali hanno ribadito il rispetto del protocollo  di accesso che prevede  il coinvolgimento del 118, chiamato a valutare le condizioni di reale urgenza – codici rossi – dei pazienti ricoverati negli Spoke e che per specificità necessitano del trasferimento all’Hub. «La misura si è resa necessaria – ha spiegato Gentile – perché   assistiamo, in molteplici casi, ad accessi nei reparti e al pronto soccorso “impropri”, che si presentano come codici rossi, ma in realtà sono pazienti con patologie per le quali è possibile, anzi raccomandabile effettuare il trasferimento programmato e   nelle ore giornaliere quando il personale medico e paramedico è al completo e non in forma ridotta come nelle ore notturne». «L’obiettivo – ha concluso Gentile – è quello di consentire ai medici e infermieri   di occuparsi delle vere urgenze ed emergenze e non dover far fronte alle prestazioni sanitarie, non urgenti,  che possono tranquillamente trovare risposte negli altri presidi, a tutto vantaggio della sicurezza dei pazienti e della funzionalità dei servizi sanitari specifici».

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