COSENZA – Carnevale è la festa dell’allegria per eccellenza. È, più di ogni altra, la festa della fantasia e della creatività. Per qualche giorno si può decidere di essere qualcun altro: con una maschera si può diventare un supereroe, un personaggio dei libri, persino un oggetto o un animale.
È, più di ogni altra, l’occasione per divertirsi a mescolare colori, materiali, tessuti, dando libero sfogo alla propria immaginazione.
È quello che devono aver pensato anche Debora Falcone, Enza Garritano e Gilda Pupo che hanno realizzato in questi giorni il loro laboratorio di riciclo solidale con alcuni ospiti delle case famiglia (Divina Provvidenza, Santa Teresa Bambin Gesù e alcuni ragazzi dell’oratorio di San Gaetano). Il progetto si pone in continuità con il laboratorio realizzato già durante le festività natalizie, in cui sono stati coinvolti circa 80 tra bambini e bambine di ogni età.
Un modo nuovo e curioso per intrattenere ragazzi e ragazze, ma soprattutto per trasmettere loro l’idea di poter vedere le cose da un diverso punto di vista. Oggetti e materiali scartati e apparentemente inutili riprendono vita sotto altre forme e con altri scopi. Attraverso le attività manuali imparare a dare valore non solo a ciò che passa per le mani, ma soprattutto al proprio lavoro e a se stessi.
Abbiamo incontrato Debora Falcone per farci raccontare qualcosa di più sulla sua attività di artigiana del riciclo.
1) Cos’è esattamente Rici-Crea edf? Presentatevi a chi non vi conosce…
RiciCrea edf le artigiane del riciclo è costituito da me e mia madre. Edf sta per Debora ed Enza Falcone.
2) Partiamo dall’inizio. Quando e perché nasce l’idea di produrre con gli “scarti”?
Io sono sempre stata appassionata dal trasformare gli oggetti. A 15 anni una delle mie passioni era trasformare le scatole di scarpe con carte regalo in portafotografie, portagioie, ecc…. Per me era normale creare degli oggetti avendo una madre altrettanto creativa. Era solo un hobby ma tre anni fa la nascita della mia bambina ha spalancato la porta della creatività. In questa avventura si è aggiunta anche mia madre e sono ormai due anni che esponiamo nei mercatini dell’artigianato prima a Roma, perché io abito lì, e da luglio anche a Cosenza. In occasione del periodo natalizio abbiamo avuto l’opportunità di poter esporre in un negozio temporary store in questa bellissima location che è il nostro centro storico di Cosenza.
3) La pratica di conservare e riutilizzare materiali comuni viene considerata in maniera differente in base ai contesti in cui si propone: per alcuni è segno di eccessivo attaccamento alle cose, per altri diventa necessità soprattutto in questo periodo di crisi, per altri ancora è più assimilabile ad una moda. Che riscontro avete dalla vostra attività?
Pablo Picasso diceva “Alcuni pittori trasformano il sole in un puntino giallo. Altri trasformano un puntino giallo in un sole”.
Con questa domanda ho l’occasione di chiarire un punto: un artigiano del riciclo non è un commerciante dell’usato che allunga la vita di un oggetto mantenendo l’utilizzo per cui è stato creato, per l’artigiano del riciclo il concetto di base è la trasformazione aiutando in maniera creativa l’ambiente, dà una seconda vita ad un oggetto, cambiandone l’utilizzo. Cambiando punto di vista una pentola può diventare un lampadario, un quotidiano una collana piuttosto che uno sgabello, una vecchia gonna può diventare una borsa o ancora meglio un fiore. Spesso sono gli stessi oggetti che suggeriscono cosa vogliono diventare. In realtà per chi come noi utilizza ciò che altri considerano rifiuto e lo trasforma in oggetto da design o accessori è una scommessa, c’è dietro gioco, ricerca, studio, sperimentazione e lavoro…lavoro… lavoro.
4) In base alla vostra esperienza quanto è legato l’acquisto delle vostre creazioni ad un interesse reale e concreto per pratiche più generali di consumo critico? Chi sceglie i vostri oggetti è consapevole del valore del proprio gesto o è semplicemente incuriosito dalla particolarità e dalla novità?
Noi arriviamo da un’esperienza di mercatini sia dell’artigianato generico sia di mercatini in contesti dove ci sono produttori biologici e prodotti equo-solidali e quindi abituati ad una clientela eterogenea ma anche ad una clientela consapevole del consumo critico. Voler aprire un negozio temporary store basato solo sul riciclo è stata una scommessa per noi vinta. Quasi tutte le persone che sono entrate nel nostro negozio erano interessate al valore del riciclo, altri incuriositi si sono appassionati all’idea di comprare per sé o per altri oggetti ecologici, economici ed unici.
5) Agli acquirenti e ai visitatori offrite una lista di materiali da poter fornire per le realizzazione dei diversi oggetti. Proviamo a fare una nuova lista: qual è il materiale più curioso che utilizzate, quello che reperite con maggiore difficoltà, quello che piace di più ai clienti?
La lista esiste ma per oggetti che sono già stati creati, collaudati e sperimentati. In realtà qualsiasi cosa può stimolare la creazione. L’anno scorso, ad esempio, ci hanno regalato molte mattonelle mosaico arredo bagno da campionario. Il materiale era bello e interessante ma ancora non sapevamo come le avremmo utilizzate. Queste mattonelline sono rimaste lì per un po’ di mesi finché non le abbiamo fatte diventare collane, orecchini e anelli. Al momento, facendo qualche ricerca, siamo le prime ad averlo fatto. Trasformare è un atto creativo, lo stimolo spesso parte dall’oggetto. La lista è un’occasione per stuzzicare i nostri clienti a cambiare punto di vista e diventare in qualche modo partecipi delle nostre creazioni, altre volte si parte invece da una richiesta e si cerca il materiale con cui creare l’oggetto richiesto.
6) Concludiamo quindi con uno sguardo ai progetti futuri: l’esperienza del temporary store, i laboratori nelle case famiglia e poi?
Quella del temporary store è stata una bellissima esperienza. Bella sia per il calore e l’ospitalità degli abitanti del centro storico, sia per i complimenti ricevuti per il nostro lavoro e la risposta positiva al riciclo da chi ha visitato il negozio, sia per il dispiacere dimostrato dagli stessi clienti per il termine di questa esperienza, ma che potremmo ripetere in futuro. Adesso continueremo a fare le nostre esposizioni con i Gruppi di Acquisto Solidale e altri eventi che faremo sapere tramite mail a tutti coloro che vorranno seguirci – ricicreadf@gmail.com – anche solo per vedere le nuove creazioni. Noi siamo sempre work in progress!
Mariacristiana Guglielmelli