CATANZARO – Si è conclusa lo scorso giovedi 20 Aprile la rassegna culturale IntegrAzioni promossa da Aniti Impresa sociale, Libera Catanzaro, Compagnia teatrale Teatro Incanto, Venti d’Autore e Meet Project cooperativa sociale. Proprio dalla collaborazione tra queste realtà associative e imprenditoriali del territorio è nato un ciclo di incontri avente il duplice scopo, da un lato, di unire le energie creative per stimolare una riflessione su tematiche attuali di sviluppo sociale e di contrasto dei fenomeni di stampo mafioso, su nuove idee di città e su migrazioni e integrazione e, dall’altro, di sostenere la riapertura del Cinema Teatro Comunale promossa dall’associazione Teatro Incanto.
Oltre a proporre una pluralità di temi e a veicolare messaggi diversi e condivisi, la rassegna è stata pensata con l’intento di utilizzare, per lo scopo, una pluralità di strumenti e di forme espressive, che hanno spaziato dalla rigenerazione urbana al teatro al fumetto a nuove forme cinematografiche.
Tutti gli appuntamenti, ospitati dal Centro Polivalente di Via Fontana vecchia, hanno visto un’ampia partecipazione della cittadinanza e una forte sintonia tra i promotori dell’iniziativa, i cui sforzi sono stati orientati sin dal principio al dar voce e visibilità a realtà virtuose della Calabria: Aniti ha raccontato la rigenerazione di spazi realizzata dai ragazzi di A di Città, i quali della loro esperienza a Rosarno hanno fatto una guida turistica di nome Kiwi; Venti d’Autore e il coordinamento provinciale di Libera hanno onorato la memoria di Lea Garofalo attraverso la matita di Ilaria Ferramosca, autrice di “Lea Garofalo. Una madre contro la ‘ndrangheta”, che ne ha parlato con Simona Dalla Chiesa; la compagnia teatrale Teatro Incanto ha messo in scena lo spettacolo sulla mafia “Ma fino a quando” di Nino Gemelli; infine, MEET Project ha proiettato un originalissimo documentario dal titolo “Archivio Siria” del giovane regista calabrese Marco Perri, in collegamento Skype.
IntegrAzioni è stata realizzata nella convinzione che una conoscenza critica dei fenomeni sociali possa far nascere dall’impegno collettivo una risposta. Le storie di chi è caduto nella morsa del fenomeno mafioso così come le storie che testimoniano un impegno concreto nell’ottica del riscatto di un territorio possono incidere veramente su quest’ultimo solo se supportate da una società istruita, formata, consapevole e civile.
Come anticipato, il ricavato delle serate, raccolto sotto forma di offerte libere e già consegnato ai destinatari, converge nella raccolta fondi avviata ormai da diversi mesi per salvare il Teatro Comunale dall’abbandono e per consentirne la riapertura.