ARCAVACATA DI RENDE (CS) – «Denunciare è democrazia». Questo è il messaggio che Tiberio Bentivoglio ha lanciato ai 150 studenti del progetto scientifico-didattico Pedagogia della R-Esistenza che hanno gremito questa mattina l’aula seminari della Biblioteca di Area Umanistica dell’Università della Calabria. L’imprenditore reggino, che ha denunciato il racket delle estorsioni, ha raccontato la sua storia, ricostruendo tutte le fasi dei suoi 25 anni di resistenza al potere mafioso. Dai sette attentati alla sua azienda, all’agguato organizzato per ucciderlo il 9 febbraio 2011 e dal quale si è miracolosamente salvato grazie al marsupio che ha bloccato la pallottola indirizzata al cuore. Dalle battaglie processuali affrontate per far condannare i suoi aguzzini, alle difficoltà economiche dovute al boicottaggio della sua attività commerciale. Bentivoglio ha esortato i ragazzi a studiare: «Le mafie hanno paura della cultura e dei libri. Non cedete all’ignoranza perché il sapere è resistenza». Fortissima è stata la sua denuncia del fenomeno estorsivo: «Pagare il pizzo vuol dire perdere la dignità». Agli studenti che gli hanno chiesto se rifarebbe nuovamente dopo 25 anni la stessa scelta, ha risposto con fermezza: «Non ci sono dubbi. Ci sono scelte nella vita che non si possono e non si devono eludere: la ribellione al potere mafioso è un dovere sociale». Bentivoglio è stato introdotto dal giornalista del Quotidiano del Sud Michele Inserra che ha focalizzato la sua attenzione sul valore pedagogico della denuncia e della testimonianza, chiedendo una presenza più incisiva dello Stato nei territori. Le mafie sono un’emergenza democratica, ha spiegato Inserra: «Occorrono scelte chiare e comportamenti trasparenti. Le istituzioni non possono permettersi il lusso di condotte opache». La scrittrice Chantal Castiglione si è soffermata sul significato educativo della testimonianza e sulla necessità di un’antimafia dei fatti, non parolaia ed estetica, in grado di frasi pedagogia del riscatto etico e sociale dei territori. Il 78° seminario di Pedagogia della R-Esistenza è stato moderato e concluso da Giancarlo Costabile, ideatore del seminario permanente di educazione alla democrazia, che ha parlato dell’urgenza storica per le terre meridionali di rompere con l’indifferenza e la contiguità al potere delle mafie. «Questo è il momento della vergogna per quello che abbiamo consentito negli anni attraverso il nostro silenzio collettivo, ma soprattutto è la stagione della lotta: una lotta radicale di liberazione dal malaffare e dalla società padronale che è la base ideologico-comportamentale del potere mafioso. L’Università deve avere coraggio e schierarsi accanto a biografie come quella di Tiberio Bentivoglio».