Rogo nel centro storico, le dichiarazioni del sindaco Occhiuto

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COSENZA- «Ho proclamato il lutto cittadino per la grave tragedia in cui sono rimasti coinvolti tre nostri concittadini. Erano concittadini ammalati, e non ci sono parole per descrivere il senso di sgomento e il dolore di una comunità intera quando avviene un episodio così grave. La tragedia nella tragedia è stata quella della perdita di una collezione libraria privata custodita in una stanza adiacente all’immobile occupato dalle vittime. Era una biblioteca con testi non inventariati né dichiarati, per cui non conosciamo con esattezza il valore se non per le dichiarazioni del proprietario Roberto Bilotti. Colgo l’occasione per lanciare un appello a chi detiene in casa, o in altri luoghi privati, testi importanti per la storia e la cultura cittadina, affinché possa farli custodire in siti più sicuri e sorvegliati».

Dolore e profondo rammarico nelle parole del sindaco Mario Occhiuto a elaborazione di una lunga riflessione su quanto accaduto, una riflessione-sfogo diventata doverosa dopo la scelta del silenzio come forma di rispetto verso le tre vittime.
«Riguardo alle critiche di queste ore – ha affermato Occhiuto – posso solo dire che l’atteggiamento più responsabile e dignitoso avrebbe dovuto essere in simili circostanze quello di restare tutti uniti e solidali anziché approfittarne per speculare con accuse rivolte agli altri. Ma purtroppo come al solito anche questa volta la sinistra cosentina, responsabile di tutti i disastri lasciati in eredità dagli ultimi decenni di governo della città, ha perso un’occasione per stare in silenzio. Poteva e doveva farlo, almeno in questa circostanza così dolorosa evitando di strumentalizzare tutto come fanno gli sciacalli. Senza aver mai fatto nulla di concreto e utile per la città e il centro storico. Le immagini che ho trovato sulla rete e che pubblico in questo post, oltre alle preziose testimonianze di chi come il maresciallo Saponangelo ha seguito tutte le vicende cosentine degli ultimi decenni, dimostrano le attenzioni della nostra Amministrazione verso i tre sfortunati cittadini che oggi Cosenza piange. Testimoniano le bonifiche della loro abitazione, il nostro tentativo di garantire loro le migliori condizioni possibili di igiene ambientale. Ma la cura del disagio psichiatrico non è proprio nei nostri mezzi e nelle nostre capacità. Le povere vittime infatti erano ammalati di mente in cura presso il centro di salute mentale dell’Asp, quindi gli assistenti sociali (che pure più volte sono intervenuti) non avrebbero potuto risolvere il problema. Se mai, se proprio si vuole andare alla ricerca di eventuali responsabilità bisognerebbe indagare sulla inadeguatezza del sistema sanitario regionale, perché non possono essere lasciati da soli ammalati gravi in condizione di nuocere anche a loro stessi. Ed è fuori luogo in questo caso anche il riferimento al centro storico (che viene impropriamente sempre strumentalmente richiamato), perché un incendio può svilupparsi in qualunque abitazione in qualsiasi posto della città. Le povere persone coinvolte abitavano da trent’anni in una casa di proprietà nel nostro centro storico e avevano occupato abusivamente una porzione di immobile contigua. Nella casa erano accumulati decine di quintali di rifiuti che sono stati probabilmente la causa dell’incendio. Negli anni del nostro governo si è intervenuto con bonifiche delle aree esterne di pertinenza, poiché non è possibile intervenire all’interno delle abitazioni private. Un po’ di umanità in più quindi non guasterebbe, per chi utilizza ogni pretesto per fare sempre strumentalizzazione politica e personale. Le povere vittime dell’incendio hanno condotto un’esistenza sfortunata e triste, e tutto ciò deve far riflettere sul senso della vita e dei rapporti umani incitandoci a promuovere politiche sempre più attive nei confronti degli altri soprattutto se ammalati, poveri e sofferenti. Adesso non ci resta che dedicare loro una preghiera. Adesso riposino in pace».

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