CATANZARO – «Dopo 9 anni di commissariamento della sanità calabrese, cresce il disavanzo della Sanità stessa che dovrebbe attestarsi, nel 2017, ad oltre 110 milioni di euro. Nel 2016 era di 66 milioni di euro. Un aumento vertiginoso, quello del 2017, dovuto essenzialmente alla gestione disastrosa di alcune Asp e Ao calabresi. Una situazione che rischia di bloccare il turn over, di impedire le nuove assunzioni e di produrre nuovamente l’aumento automatico delle aliquote Irap e Irpef per imprese e cittadini calabresi».
E’ quanto sostiene Carlo Guccione, consigliere regionale del Partito democratico.
«Ma non è finita qui. L’emergenza sanitaria – afferma Carlo Guccione – verso altre regioni nel 2016 aveva prodotto una spesa di 300 milioni di euro. Nel 2017 sicuramente si avvicinerà a oltre 330 milioni di euro, 30 milioni in più rispetto all’anno precedente. Un quadro allarmante, frutto di una conflittualità che dura da molto tempo tra la Regione Calabria e l’ufficio del commissario per il Piano di Rientro sanitario. I mancati controlli hanno determinato un aumento di spesa che in alcuni casi è stato di tipo clientelare. Non è più possibile perseverare in questa situazione. E’ davvero scandaloso che il disavanzo e l’emigrazione passiva siano ai livelli del 2009, come se in questi anni in Calabria, nel campo della sanità, nonostante il commissariamento, la situazione sia addirittura peggiorata. Il Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria è allo sbando. Mancano 5 dirigenti e circa 80 dipendenti. Nonostante la manifestazione di interesse per individuare i dirigenti sia scaduta da molto tempo, ancora si continua a non assegnare gli incarichi dirigenziali resisi vacanti. Per non parlare della Direzione generale del Dipartimento Salute che viene gestita ad interim dal direttore generale del Settore Personale, Bruno Zito. Una situazione paradossale e precaria per un settore che gestisce circa 3 miliardi e 500milioni di euro del Bilancio regionale. Il blocco del turn over ha prodotto un risparmio di oltre 160 milioni di euro annui, con la conseguente chiusura dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali per mancanza di OSS, medici e infermieri. E’ necessario fare chiarezza rispetto a chi sono i responsabili e se non si ritiene che sia stato sbagliato, in questi tre anni, “litigare” su chi nominare commissario della sanità ospedaliera e territoriale, invece di ridurre gli sprechi e abbattere i privilegi. Si pronunci finalmente una parola chiara alla luce di questa grave situazione che si protrae da anni. Il Pd si impegni affinché si creino le condizioni per un definitivo chiarimento sugli assetti dell’ufficio del commissario per la Sanità calabrese e si gettino le basi perché la Calabria esca dal commissariamento e si riappropri dei suoi legittimi poteri costituzionali».