COSENZA – «Rubinetti a secco. Ecco il titolo della nuova soap opera di Mario Occhiuto. Se non fosse per le pene dell’inferno a cui sono sottoposti i cosentini. L’amministrazione comunale e il primo cittadino non possono essere spettatori in una congiuntura così difficile, con un calo della portata d’acqua direttamente dalle sorgenti. Il calo è fisiologico, ma nessuna misura eccezionale è stata messa in atto per garantire l’erogazione di un servizio essenziale». E’ quanto afferma Carlo Guccione, consigliere comunale e coordinatore della coalizione La Grande Cosenza. «Giocare allo scaricabarile, chiamando in causa – sostiene Carlo Guccione – le amministrazioni comunali precedenti e la Sorical, è uno sport praticato troppo spesso dal sindaco architetto. In sette anni non ha fatto nulla per ridurre le perdite. La competenza sulle rete idrica cittadina è tutta di Occhiuto e non della Sorical. Il sindaco deve smetterla di raccontare falsità. Piuttosto che impiegare una cifra importante per le luminarie, pensi a come arginare il problema della dispersione idrica. Il problema deve essere affrontato con misure eccezionali utilizzando la protezione civile per garantire in città la distribuzione dell’acqua. In alcuni quartieri arriva soltanto per un’ora. La diminuzione della portata delle sorgenti non si risolverà in tempi brevi. Per questo è necessario garantire tutte le misure necessarie affinché si diano risposte concrete in un momento eccezionale di difficoltà. L’amministrazione comunale non può essere spettatrice e non può cercare di ingaggiare un corpo a corpo con Sorical per tentare di scaricare le proprie responsabilità e la mancanza di iniziative che segnalano una inerzia amministrativa su questo terreno da parte dalla giunta comunale». «La rete idrica – continua Carlo Guccione – è un colabrodo. Lo sappiamo bene. Occhiuto se ne infischia. Ha soltanto l’abilità di mostrare un impegno nei fatti inesistente. Non pensa di attivare procedure minime, essenziali come la presenza della protezione civile in quei quartieri dove l’acqua è un miraggio che dura al massimo due ore al giorno con il rischio concreto per la salute di molti cittadini. Tra le luci e l’acqua Occhiuto preferisce le prime senza ombra di dubbio. Le luminarie sono un tema da mettere in cima alla sua agenda amministrativa. E l’acqua? L’acqua viene dopo il marketing territoriale, le luminarie, la Cosenza Marittima. Ormai è in pieno delirio. Non mi meraviglierei se Occhiuto pensasse di risolvere il problema idrico desalinizzando l’acqua di Paola e utilizzando lo stesso procedimento in atto negli Emirati Arabi. Siamo in presenza di una amministrazione senza concretezza, che ha trasformato la nostra città in un luogo senza servizi essenziali e poco appetibile per chi decide di viverci. Non basta una gita lungo il Mab o nei tesori, peraltro anche abbandonati, del centro storico. Serve altro per trasformare Cosenza in una città europea, vivibile, sostenibile. Serve l’acqua, in primis».