RENDE (CS) -Si è svolta, nell’Aula Magna dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Rende, la lectio magistralis dell’Arcivescovo di Cosenza Monsignor Francesco Nolè dedicata alle nuove povertà.L’iniziativa, è stata organizzata in occasione della prima giornata dei poveri istituita e fortemente voluta da Papa Francesco per la giornata di domani. Presenti 250 studenti del progetto scientifico-didattico di Pedagogia della R-esistenza dell’Università della Calabria e diversi seminaristi che hanno partecipato agli interventi tenuti dai docenti Unical, Giancarlo Costabile e Luca Parisoli, ed infine dalle due suore direttrici degli ISSR San Francesco di Sales.L’arcivescovo, citando diversi passi del Vangelo, chiarisce che si tratta di un invito ad incontrare il povero, accoglierlo, ascoltarlo e che avere una giornata dei poveri, è avere una giornata dedicata a noi.
Ma chi sono i nuovi poveri
Non sono solo i poveri di cibo, di bevande, ma i poveri di gioia e di speranza. Il presule parla dei nuclei familiari single senza lavoro completamente dipendenti dai genitori, dei migranti invisibili, dei bambini sfruttati, dei giovani sfiduciati, delle famiglie monoreddito, dei tossicodipendenti. Le nuove povertà sono la povertà di solitudine e la povertà morale. Confida negli statisti che con sguardo profetico pensino al domani delle nuove generazioni e definisce il confronto con l’università il vero spazio di libertà che deve guardare avanti per costruire coscienze morali. L’università come luogo opportuno dove farsi prossimi di chi incontriamo, donare un sorriso o una semplice considerazione, creare spazi di dialogo, di relazione. Continua poi, chiarendo come siano sempre più presenti i ricchi-poveri: «I ricchi non hanno felicità vera, di valori. I ricchissimi difettano di onestà. C’è bisogno della nostra compartecipazione e del nostro esserci. Cosa fare? Il dire, io ci sono, io voglio essere parte della società dando il mio contributo, iniziando dalla famiglia, dal mio quartiere, per sconfiggere le nuove povertà. Ricordare che Dio ha mandato il figlio a relazionarsi con il mondo».L’arcivescovo fa riferimento poi al messaggio di Gesù: «Beati i poveri di spirito perché saranno i primi in quanto il Regno dei cieli non è aperto a tutti ma è solo dei poveri»ed infine, cita la frase del teologo tedesco Romano Guardini: «L’uomo è un essere in relazione e se perde l’altro, perde se stesso».
Discorsi ai quali Costabile, professore di Pedagogia e Scienze dell’Educazione, ascolta con attenzione ed esprime così la sua visione:«Credo che l’università non debba avere paura di confrontarsi. L’odierna società, piena di tante logiche commerciali ha bisogno di sentimento e bisognerebbe spingere tutte le istituzioni, laiche e non, nella formazione di persone, non di macchine commerciali».
Amelia Aloisio