Morale e divertimento in “Zampalesta u cane tempesta”

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MENDICINO (CS) – Si può giungere ad un finale diverso? Lo si può pensare, sperare, immaginare?
Piglia ‘o cane, acchiappa ‘o cane. Si apre con questi versi la storia di “ Zampalesta un cane tempesta”, lo spettacolo del Teatro Maruca di Crotone, vincitore del premio Otello Sarzi, che ha chiuso Radicamenti off, una costola del festival Radicamenti che si svolto a Mendicino dal 19 al 23 dicembre. Zampalesta, il «cane rognoso» di don Cataldo che rompe la corda e corre. Finalmente libero, il cane tirato su a calci e bastonate percorre in lungo e in largo un paesino della Calabria. Una storia di incontri/scontri con il mondo animale e quello umano: la gallina Serafina, il contadino Rusaru e il cuoco Mariuzzu. Zampalesta porta scompiglio, semina il panico, distrugge tutto ciò che incontra; è costretto a misurarsi con gli archetipi che hanno caratterizzato la terra calabra: l’omertà, lo scetticismo, il timore nei confronti di ciò che è diverso. Strappa sorrisi e consensi ad adulti e bambini, fa rivivere la tradizione attraverso la musica popolare e i piatti tipici della gastronomia. In un susseguirsi di scene divertenti si scopre che Zampalesta è il simbolo della paura verso la diversità degli animali. Una storia semplice resa magica dai burattini di legno creati dalle mani sapienti di Angelo Gallo. La pantomimica di Angelo esercita fascino, il dialetto rende più vere e genuine le avventure tragicomiche di un cane dal carattere focoso. Diverte, appassiona, si guadagna il plauso del pubblico. Un’ora di semplice e sano divertimento che, come ogni favola, cela un importante insegnamento: «essere umani o animali cambia poco, basta prenderli con le buone maniere perché la vita è un gioco».

Rita Pellicori

 

 

 

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