COSENZA – Cinque film per cinque lunedì, per un breve, ma significativo excursus sul rapporto tra cinema e arti visive. E’ quello proposto dall’Associazione “Falso Movimento” di Rovito, specialista nell’organizzazione di cineforum e rassegne di particolare pregio, per la quarta edizione de “La tela e lo schermo”, patrocinata dal Comune di Cosenza ed inserita nella programmazione del cartellone unico dell’Amministrazione comunale, “Cosenza Cultura”. La rassegna di films si avvale della preziosa collaborazione di “CGC sale cinematografiche” che ha messo a disposizione il Cinema San Nicola dove si terranno le proiezioni a partire da lunedì prossimo 12 febbraio e fino a lunedì 12 marzo. Tutte le proiezioni inizieranno alle ore 20,30.
Il programma
Si comincerà il 12 febbraio, con l’omaggio, preceduto da un’introduzione dello storico del Cinema Ugo G. Caruso, al regista polacco Andrzej Wajda, scomparso il 9 ottobre del 2016, all’età di 90 anni. La sua ultima prova cinematografica, “Afterimage”, una sorta di testamento filmico, rimasto, però, senza distribuzione in Italia, narra le difficili vicende esistenziali di Wladilaslaw Strzemiński, pittore bielorusso, naturalizzato polacco che fu attivo a Łódź (Polonia), nonostante innumerevoli difficoltà, fino all’anno della sua morte, avvenuta nel 1952. La sua unica colpa? Essere divenuto, dopo essere stato in gioventù un rivoluzionario, nemico giurato dell’ottusità ideologica dello stalinismo, in nome della libertà di espressione e dell’autonomia dell’arte nei riguardi delle direttive politiche dello Stato.
Dal 19 febbraio “La tela e lo schermo” entrerà nel vivo con una serie di titoli che finora non hanno trovato spazio nella programmazione dei cinema della nostra città.
Anzitutto “The Square” di Ruben Östlund, film sull’arte contemporanea, vincitore della Palma d’oro all’ultimo Festival di Cannes e candidato all’Oscar 2018 come miglior film straniero. Sarà poi la volta (il 26 febbraio) di “Manifesto”, dell’artista e regista Julian Rosefeldt. Si tratta del film che ha conquistato e fatto sorridere il pubblico del “Sundance Film Festival” e nel quale la tradizione dei manifesti artistici e letterari dei protagonisti delle avanguardie storiche viene raccontata in 13 curiosi monologhi interpretati da Cate Blanchett. Il genio controverso di Egon Schiele, cui è dedicata anche la locandina della rassegna, è raccontato, invece, nel film tedesco, di Dieter Berner, in programmazione lunedì 5 marzo, dal titolo “Egon Schiele – La morte e la fanciulla”. A 100 anni dalla morte, Egon Schiele è ancora oggi troppo audace tant’è che l’azienda che gestisce le metropolitane di Londra ha censurato i manifesti che riproducono le sue opere, diffusi in tutta Europa dalla sua città, Vienna, che si appresta a celebrare il centenario di un artista simbolo dell’Espressionismo e della secessione viennese.
A chiudere il ciclo di proiezioni, sarà, lunedì 12 marzo, “The space in between. Marina Abramović and Brazil”, di Marco Del Fiol. Un omaggio ad una delle più originali artiste viventi: Marina Abramović, per l’appunto.
Tra cerimonie di purificazione e trip psichedelici, Marina riflette sulle affinità tra performance artistiche e rituali e si mette totalmente a nudo, in un tragitto anche interiore nei meandri del suo passato.
Gli intenti della rassegna
«L’operazione culturale di Cineforum Falso Movimento – spiegano i promotori de “La tela e lo schermo”, tra i quali l’infaticabile Giuseppe Scarpelli – è piuttosto complessa in quanto, invitando lo spettatore ad approcciarsi alla “visione” non per compartimenti stagni, tenta, nel suo piccolo, di proporre una ridefinizione del cinema sganciandolo dalle condizioni di esperienze novecentesche. Se allenassimo lo sguardo inserendo il cinema all’interno di una più generale storia delle rappresentazioni e delle immagini in movimento, capiremmo che all’interno di tale sistema gli intrecci tra arte e cinema sono sempre più inestricabili».