CATANZARO – La riforma del welfare varata dalla giunta Oliverio è da rifare. Non lo dicono più soltanto le opposizioni di centrodestra, che negli ultimi mesi, in particolare con il consigliere regionale Gianluca Gallo, avevano ripetutamente messo in risalto i punti deboli della riorganizzazione del settore. Adesso a certificarlo c’è anche il Tar Calabria, con una sentenza emessa a seguito di un ricorso presentato da diverse cooperative ed onlus operanti nel campo dell’assistenza socio-sanitaria.
«Con provvedimento pubblicato in data odierna – spiega proprio Gallo – la Prima sezione del Tar catanzarese ha di fatto cassato l’impianto disegnato dalla giunta Oliverio nel campo della riorganizzazione del sistema integrato dei servizi e delle politiche sociali regionali. Da mesi andiamo evidenziando le falle di quella che pomposamente è stata presentata come una riforma che in realtà non riforma nulla, se non in peggio». Al centro delle critiche, la scelta di scaricare sui Comuni e sulle famiglie, anche quelle senza reddito, quote rilevanti di compartecipazione alle spese, ma pure le incertezze derivanti dalla mancata attuazione di passaggi fondamentali della riforma, con le strutture sanitarie lasciate ad operare senza convenzioni né possibilità di fatturare le prestazioni erogate. «Questioni di merito di grande importanza – sottolinea Gallo – sulle quali i giudici neppure hanno ritenuto di dover interloquire, ritenendo già sufficientemente grave l’illegittimità delle procedure seguite dalla giunta Oliverio nell’adozione delle sue delibere». Tra le censure, due su tutte: la mancata richiesta del preventivo parere alla Terza commissione regionale, deputata ad occuparsi di politiche sociali, e di quello della Conferenza Regione-Autonomie Locali. «Il presidente Oliverio, come nel suo stile – incalza l’esponente della Cdl – pur di non offuscare la sua immagine di governatore decisionista non s’è curato minimamente di garantire il rispetto delle prerogative del Consiglio regionale e di altre istituzioni: è andato dritto come un treno, finendo però col deragliare, come spesso e volentieri gli capita, alla prima curva». Aggiunge Gallo: «Il guaio è che il presidente trascina con sé nel baratro anche i calabresi. Certo, la sentenza del Tar potrebbe essere sempre ribaltata dal Consiglio di Stato, ma il dato che emerge e che niente potrà scalfire è quello di un uomo solo al comando, insofferente al confronto con quanti pure, per legge, dovrebbero obbligatoriamente contribuire ai processi decisionali. Ne prendano atto la sua maggioranza ed il presidente del consiglio regionale, per pretendere quanto meno e come minimo il rispetto dei ruoli istituzionali. Da questa vicenda emerge evidente la mortificazione inflitta alle Commissioni ed al Consiglio».
Conclude Gallo: «Torno a rilanciare una richiesta già avanzata nelle settimane passate, e che la pronuncia del Tar rende ora urgente: Oliverio venga in Aula e discuta in Consiglio del welfare. Lo faccia presto, e con altrettanta rapidità appronti le modifiche più volte richieste ma mai adottate, eppure indispensabili, ora più che mai, per mandare avanti un settore che rischia di esplodere. E se il welfare andrà in frantumi, a pagarne le conseguenze non saranno soltanto le strutture sanitarie ed i loro lavoratori, ma anche le decine di migliaia di calabresi, e tra loro in particolare minori, anziani e persone con disabilità, che ricevono cure e servizi assistenziali che, da un momento all’altro, potrebbero venir meno. Insomma, Oliverio si dia una mossa: se c’è, batta un colpo».