CROTONE – Continua ad avere buoi riscontri di pubblico e di critica “Abito qui“, il secondo album del cantautore crotonese Donato Mingrone, prodotto dallo stesso e dall’etichetta calabrese Roka Produzioni, che domenica scorsa è stato ufficialmente presentato presso la Biblioteca Comunale “Giovanni Lamanna” di Torretta di Crucoli, nel corso di un talk “musicale” moderato dal giornalista Ugo Floro.
“Abito qui”, uscito lo scorso 26 aprile è quindi la nuova avventura musicale di Donato Mingrone che idealmente prende il largo muovendosi su una barchetta di
carta, presente anche nella copertina del nuovo disco.
Un viaggio composto da 14 tracce, di stampo autobiografico ricco di contenuti e di temi trattati
Le atmosfere sonore e le influenze che hanno ispirato il disco vanno dallo stile classico cantautorale, al pop d’autore, dalla musica con sonorità vintage (espresse in particolare dalla nostalgia per i suoni anni !80), ad alcune che richiamano sonorità latine, e moderne insieme.
«“Abito qui” – spiega Mingorne – è inteso non solo come luogo che vivo tutti i giorni, ma va inteso anche come territorio della provincia, della regione, della nazione in cui vivo e di cui mi sento parte viva e critica, affrontandone gioie e dolori ma soprattutto traendone ispirazione per i miei testi con i quali cerco di comunicare e condividere i miei stati d’animo».
Un disco dove la voce pulita, graffiante in certi momenti e la semplicità dei testi conducono attraverso un viaggio fatto di verità racchiuse in storie quotidiane, dove parole e melodie si fondono in modo naturale con gli arrangiamenti. «Ho sempre ritenuto vocalmente di essere sincero e onesto, nel senso che cerco di
non nascondere i miei punti deboli, ritengo di non avere nella voce un punto di forza, ma nello stesso tempo cerco di sfruttare a mio favore queste debolezze questi miei limiti, che mi permettono di poter essere il più semplice possibile e sopra tutto me stesso».
Tematiche
Diverse le tematiche, storie di vita vissute, tematiche ambientalistiche, naturalistiche con uno sguardo particolare rivolto al mare, tematiche sociali che
abbracciano più temi come la violenza sulle donne, i cambiamenti e i difficili rapporti nella società tra le persone, la trasformazione dei nostri comportamenti con l’avvento dei new media, dei social, internet, la tragica questione degli sbarchi dei migranti che spesso finiscono in tragedia del mare, il tutto accompagnato da una struttura musicale che per l’importanza degli argomenti non ci si aspetta.
.
«La mia ricerca di scrivere canzoni è quella di far scattare dentro di me dei meccanismi per costruire canzoni utili – prosegue il cantautore -, ecco perché tratto temi quotidiani e di attualità e soprattutto racconto me stesso, racconto la mia vita. Poi da quando ho iniziato a scrivere canzoni sto sviluppando idee abbozzate in passato che fino al 2013/2014 sono rimaste chiuse dentro un’agenda rossa riposta in un cassetto, poi è arrivato il momento di liberare queste idee sia dal punto di vista della scrittura che musicale».
“Piacere, Donato. Abito qui …”
“Abito qui” è anche la prosecuzione di un viaggio comiunciato quattro anni fa con il primo album “Piacere Donato”. «Si in effetti il progetto è quello di una trilogia di album – ci spiega -, con tre titoli che ne vanno a comporre uno solo. Non escludo un quarto disco e allungare cosi la frase. Credo anche di aver trovato una maggiore maturità sia musicale che nei testi in questo album e il brano “Abito qui” che dà anche il titolo al disco lo reputo il migliore che ho realizzato fino ad ora, non è stato facile racchiudere la mia vita in meno di tre minuti».
Track list
Nell’album è presente anche una cover di un brano degli Equipe 84 che a loro volta nel 1969 avevano rivisitato un brano dei Bee Gees “Marley Purt Drive”. «Ho voluto omaggiare con la cover degli Equipe 84 il mio amico Tonino Scarpino che purtroppo non sta più suonando con noi in questa vita ma ci ritroveremo con i giusti tempi a suonare di nuovo tutti insieme. E’ merito suo e del suo fedele amico Serafino Turco se è scattata quella molla di fare musica in un certo modo, di avventurarmi con l’esperienza prima dei gruppi musicali e poi quella da solista come cantautore».