CATANZARO – Il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro ha trasmesso al presidente del Consiglio regionale Nicola Irto la nota con cui ha esercitato l’opzione per il mandato parlamentare, rassegnando le dimissioni da Consigliere regionale della Calabria. Wanda Ferro ha quindi rivolto un saluto all’intero Consiglio, ricordando come «la pur breve permanenza nel Consiglio Regionale, dovuta alla tardiva proclamazione intervenuta giudizialmente dopo oltre due anni di ricorsi dinanzi ai tribunali amministrativi ed alla Corte costituzionale, è stata caratterizzata da momenti di entusiasmo alternati a momenti di sconforto per non essere riuscita a contribuire abbastanza alle pressanti richieste di “normalità” dei nostri concittadini». «La mia decisione di optare per il mandato parlamentare – ha spiegato Wanda Ferro – interviene a seguito di riflessioni tanto meditate quanto sofferte, dopo tanti anni vissuti nella mia terra ove ho svolto l’impegno politico con spirito di servizio e abnegazione».
«Passo il testimone con la consapevolezza di avere interpretato il mio ruolo secondo coscienza e sempre pronta a fornire il mio modesto contributo a rifondare questa nostra terra ferita a morte dalla irresponsabilità e dall’egoismo di pochi». Wanda Ferro, che ha concluso la sua lettera al presidente Irto con un “arrivederci”, ringrazia anche per la disponibilità i dipendenti del Consiglio regionale e tutti coloro che hanno collaborato all’attività consiliare, e si rivolge quindi ai cittadini calabresi, tanti dei quali le hanno dato fiducia determinandone l’elezione alla Camera dei Deputati, ai quali assicura il suo impegno in Parlamento. «Spero di poter continuare in quella sede le mie battaglie per il futuro della nostra terra, con l’aiuto di tutti coloro che, animati dagli stessi miei ideali, continueranno a contribuire con impegno e senso di responsabilità a creare le condizioni perché la Calabria possa avere un futuro diverso».
«Ho lottato molto per ottenere il seggio in Consiglio regionale – prosegu – poiché ho considerato la mia esclusione come una grave ingiustizia nei confronti delle migliaia di elettori ai quali era stato negato il diritto di essere rappresentati. Ho cercato di recuperare il tempo perduto, tentando di fare una opposizione chiara, determinata, ma anche costruttiva, cercando di orientare la mia attività in Consiglio verso la difesa dei diritti dei più deboli, la trasparenza e la legalità dell’azione amministrativa. Oggi non posso che considerare conclusa questa breve esperienza in Consiglio regionale, per oggettiva mancanza di una controparte. Il governo Oliverio si è distinto fin dai suoi esordi per immobilismo e incapacità di dare una sterzata alla situazione gravissima in cui versa la Calabria. Oggi è chiaramente giunto al capolinea, abbandonato dalla sua stessa maggioranza. E’ un governo regionale che punta alla sopravvivenza, espressione di un centrosinistra che ha necessità di aggrapparsi a qualcosa in attesa che passi la piena di dissenso che lo sta travolgendo. Purtroppo ad essere travolta da questo atteggiamento irresponsabile è anche la speranza dei calabresi, che hanno avuto nel governo Oliverio forse la delusione più profonda, considerata la fiducia con cui era stato premiato dagli elettori. Settori trainanti come turismo e agricoltura sono stati abbandonati al proprio destino, la sanità viene garantita soltanto per la professionalità e la dedizione degli operatori, mentre il governatore ha smantellato il Dipartimento Tutela della Salute trincerandosi dietro lo scontro con l’Ufficio commissariale e innescando una disastrosa crisi di rapporti con il governo nazionale che pure aveva il suo stesso colore politico. Non meno deludente l’attività del Consiglio, che nonostante la buona volontà del presidente Irto, è stata in molti casi privata del dibattito sui temi più importanti della vita regionale, lenta e macchinosa rispetto all’urgenza dei problemi, con interrogazioni discusse a distanza di due o tre anni dalla presentazione, quando ormai le stesse vicende erano giunte ad un epilogo spesso negativo».