RIACE (RC) – «Sono qui per sostenere Mimmo Lucano e attraverso lui un progetto che non può morire». Lo ha detto il presidente della Regione Mario Oliverio stamane nel corso di un incontro con la stampa convocato a Riace dove, come noto, il sindaco Lucano ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro il blocco dei fondi per i progetti di accoglienza.
«Sono qui, oggi – ha evidenziato Oliverio -, e ho inteso convocare questa conferenza stampa innanzitutto per esprimere il sostegno della Regione a Mimmo Lucano che ha iniziato lo sciopero della fame da due giorni perché l’Italia conosca quella che è una situazione davvero paradossale rispetto alla vicenda di Riace. Riace- ha sottolineato- è una realtà nella quale da anni si è affermata una pratica dell’accoglienza che è diventata un punto di riferimento a livello internazionale e che oggi, da anzi oltre un anno, è costretta a fare i conti con una impostazione da parte degli organi dello Stato improntata ad un approccio meramente burocratico che non tiene conto di quelle che sono le condizioni reali. Sui ritardi nel trasferimento delle risorse ho avuto anche una interlocuzione con il Ministero dell’Interno ai cui responsabili ho espresso la valutazione della Regione».
«Esprimo vicinanza, solidarietà, sostegno – ha proseguito Oliverio -, perché Mimmo ha dato se stesso per questa causa realizzando e praticando un modello che dimostra che è possibile realizzare accoglienza, integrazione, rivalutando anche un borgo che era stato di fatto oggetto di un processo di svuotamento e di abbandono. Il definanziamento dei progetti SPRAR per Riace è scelta assolutamente incomprensibile, non può essere sostenuta e giustificata da argomentazioni di ordine burocratico ed amministrativo; se queste ci sono vanno approfondite, ma non possono portare alla decisione di chiudere questa esperienza».
«Riace non può morire, ecco perché io sono qui. Riace non deve morire perché altrimenti vuol dire che c’è un disegno politico che noi denunciamo apertamente. Il ministro Salvini che ha annunciato di venire qui in Calabria, a San Luca, venga a Riace a rendersi conto di quella che è un’esperienza positiva; venga a verificare che non è un modello ideologico ma una realtà di accoglienza, di integrazione che dimostra come sia possibile un altro percorso nel fenomeno della immigrazione, con il quale bisognerà fare i conti per un lungo periodo oltre che nell’immediato. È una realtà nella quale coesistono diversità, nella quale si è sperimentato concretamente che può essere rivalutato un centro, un borgo, una realtà, ancora, che ha fatto dell’immigrazione una risorsa».