Fra obiettivi e calciomercato. Il neo presidente Luca Gallo a 360°: «Voglio una Reggina superba e arrogante»

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presidente Luca Gallo

REGGIO CALABRIA – La prima conferenza stampa ufficiale del neo presidente della Reggina, Luca Gallo, si è svolta questa mattina presso Altafiumara Resort & Spa di Villa San Giovanni. 

Una conferenza, durata oltre 2 ore, durante la quale il patron amaranto non ha voluto fare discorsi preimpostati, ma si è concesso immediatamente alla stampa, rispondendo a cuore aperto alle moltissime domande dei giornalisti e mettendo sempre in primo piano il bisogno di essere trasparente con la tifoseria.

Gli stessi tifosi e la città di Reggio Calabria, infatti, sono stati i primi a essere ringraziati dal presidente Gallo all’inizio della conferenza.

«La società non mi è stata ceduta, è stata acquistata», ha chiarito subito il patron, che ha ricordato le sue origini calabresi, uno dei motivi che lo ha spinto a rilevare il club: «Non avevo bisogno di venire qui per fare speculazione o business perché sono già presente sul territorio. È stata una scelta di cuore, non una scelta economica».

Infatti, le problematiche del club sono state subito evidenti: «Ho dovuto mettere le mani su tante cose – ha spiegato il presidente – e altre ancora ce ne sono da fare. Io non ho rianimato la Reggina, l’ho letteralmente resuscitata».

Il presidente non si è nascosto con chi gli ha chiesto quali saranno i progetti per il club per questa e la prossima stagione, ma ha sottolineato con forza le sue ambizioni: «Se volete una risposta da 0 a 0 vi dico che sono venuto qui per stare in serie C per 5-10 anni. Poi se volete sapere quello che spero, che vorrei fare e che sogno per me, per il club e i tifosi vi dico che sogno di andare ai playoff e di vincerli».

Perché su un punto il presidente non transige: «La Reggina non può stare in Lega Pro».

E, mentre si pensa in grande, è bene tenere buoni rapporti con altre società di categorie superiori: «Avere contatti con grandi società non può che fare bene alla Reggina – spiega il patron – Come ambiente non abbiamo nulla da invidiare a nessuna squadra. Faremo sinergie, ma non saremo vassalli di nessuno». «Reggio è una città bellissima, splendida – ha aggiunto -. Una tifoseria come quella della Reggina non si deve sentire seconda a nessuno. Ho sentito parlare di umiltà, ma spero che la Reggina sia tutto tranne che umile. Voglio che sia presuntuosa, superba e arrogante, odiata da tutte le tifoserie, ma amata visceralmente dalla sua».

Riportare la squadra ai fasti che merita è chiaramente l’obiettivo a lungo termine della società e uno dei mezzi per raggiungere lo scopo è anche quello di puntare sul settore giovanile: «Io e Taibi ne parliamo spesso. Spero che in futuro da qui vengano fuori calciatori che possano diventare la bandiera della squadra. Sogno di trovare il Totti o il Baresi radicato nel club». Perché simili scenari si realizzino è necessario un ambiente idoneo dove la squadra possa allenarsi in tranquillità. Per questo, una delle prime azioni da neo proprietario del club è stata quella di riportare la Reggina al Sant’Agata: «È la casa della Reggina. Deve stare solo lì».  Oltre allo storico campo di allenamento si è parlato anche dello stadio: «Il Granillo è una bella struttura, non è uno splendore. Voglio parlare col Comune perché voglio agire anche su quello, per quel che mi sarà consentito».

Sul calciomercato:

«Vogliamo un centravanti forte e di spessore. Baclet – nome uscito in questi giorni sulle pagine dei giornali – è uno di questi insieme ad altri nomi». Inoltre, ha aggiunto il presidente, «la società vorrebbe intervenire anche in altri settori come la difesa. Se potremo interverremo anche lì».

Infine, il presidente Gallo ha concluso la conferenza così come l’aveva iniziata, pensando ai tifosi: «Quello della Reggina deve essere un tifoso che deve pretendere. Il tifoso della Reggina deve essere viziato, bisogna dargli tutto quello che non ha avuto finora». «L’appartenenza – ha ricordato il presidente Gallo –  è la cosa più importante per una società, il tifoso è il patrimonio più importante per un club. I presidenti passano, la Reggina resta. Bisogna cercare di valorizzare la cultura, la storia e le vicende della società. Quando ho firmato mi è venuto un brivido, diventare proprietario di un club con una storia di 105 anni, è una responsabilità incredibile. Sogno una tifoseria che sia tutt’uno con il club»

 

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