Tra naif e surrealismo, vernissage di Alberto Acquesta a Rende

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RENDE (CS) – Si inaugura presso il  Museo del Presente di Rende sabato 23 febbraio alle ore 17.30 la mostra tributo Alberto Acquesta tra Surrealismo e Naif a cura di Melissa Acquesta. La mostra rientra nella programmazione dell’assessorato alla cultura diretto dalla Prof.ssa Marta Petrusewicz,  e resterà aperta al pubblico fino al 9 marzo dal martedì al sabato dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 20.00.

Alberto Acquesta, classe 1946, inizia a disegnare e dipingere giovanissimo; a 20 anni tiene, al Centro Sociale “Torralta” di Cosenza, la sua prima personale, nel 1966, patrocinata e finanziata dalla Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania. Recensito come talento cosentino emergente inizia la propria carriera artistica partecipando a numerosi premi e collettive calabresi nonché esposizioni nazionali a Roma, Napoli, Bologna ed internazionali a Philadelphia, Sarajevo e Clermont-Ferrand.

Conclusi gli studi da ragioniere e conseguito anche il diploma al Liceo Artistico (CZ), qualifica grazie alla quale esercita per molti anni la professione di insegnate di Educazione Artistica alle scuole medie, vince il concorso pubblico ed entra in Prefettura, a Cosenza, ricoprendo sempre ruoli di responsabilità; il forte senso del dovere e di appartenenza allo Stato gli valgono la nomina, nel 1997, dal Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, di Cavaliere del Lavoro.

Scomparso prematuramente nel 2013 lascia una fortissima eredità umana ed artistica.

Nel corso della sua carriera esplora moltissime tecniche, privilegiando l’acquerello e la xilografia da affiancare all’acrilico e all’olio; lo studio, in Via degli Stadi, è fino agli anni 90’ il centro della sua attività di pittore e musicista, suona infatti il flauto, la chitarra classica, il liuto, il mandolino ed il pianoforte.

Proprio la struggente e totalitaria passione per la musica segnerà un rallentamento dell’esperienza pittorica alla quale continuerà a dedicarsi solo in maniera saltuaria, il sopraggiunto amore per la chitarra flamenca, infatti, richiederà imprescindibile studio ed esercizio quotidiano costante necessario alla sua attività concertistica da solista ed in collaborazione cameristica con altri musicisti.

Alla fine degli anni ’70 si avvicina alla pittura Naïf guardando alla “scuola jugoslava di Hlebine”, un villaggio croato a nord-est di Zagabria, verso l’Ungheria, che riunisce, agli inizi degli anni trenta, alcuni pittori autodidatti: Ivan Generalić (1914-1992), Franjo Mraz (1910-1981), Mirko Virius (1889-1943) e Janko Brašić (1906-1994) per primo in Serbia.

L’artista naïf nasce in origine autodidatta, privo di specifica formazione artistica, di livello culturale ed estrazione sociale modesti; le opere, generalmente dipinti, sono caratterizzate da una notevole semplificazione concettuale e da una certa modestia tecnica ed esecutiva, sia nel disegno che nella stesura del colore e nell’impianto prospettico e compositivo d’insieme. Il tema predominante è la rappresentazione della realtà sociale più umile e quotidiana, contadina, generalmente in chiave favolistica, poetica o magica.

In Calabria Acquesta si cimenta con estremo successo nella tecnica dipingendo bellissime marine, contadini al campo, allevatori al pascolo ma nella maggior parte della sua produzione esegue, utilizzando la stessa pennellata e mantenendo la tavolozza, rielaborazioni personalissime, temi, simbolismi, ispirandosi alla grande arte di Brueghel e Bosh e, in genere ai pittori fiamminghi del Rinascimento: l’artista è quindi portavoce di una nuova visione metafisica e surreale della realtà resa con la tecnica naïf e questo rende la sua opera unica nel suo genere nel panorama artistico italiano.

 

 

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