Mendicino, sabato “Canti, ballate e ipocondrie d’ammore” di Canio Loguercio e Alessandro D’Alessandro

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MENDICINO (CS) – Secondo appuntamento per “Cosa vuoi che sia una Canzone”, proposto dalla Fondazione Lilli Funaro in collaborazione con l’Associazione Oltrezona e la Compagnia Porta Cenere.
Il viaggio intorno alla canzone d’autore curato da Renato Costabile continua con Canio Loguercio e Alessandro D’Alessandro con il loro concerto “Canti, ballate e ipocondrie d’ammore”, che è anche il titolo del loro album che è stato premiato con la Targa Tenco nel 2017.
Architetto, musicista e performer, Canio Loguercio nasce a Campomaggiore, in provincia di Potenza, dove fonda nei primi anni ’90 l’etichetta discografica indipendente Officina. Fondatore del gruppo Little Italy negli anni 80. Autore di “Kufia, canto per la Palestina” cantato da bambini palestinesi . Conduttore di Audiobox – Rai Radio 1. Regista e autore di programmi radiofonici con poeti. Con l’etichetta indipendente “Officina” ha ideato e realizzato numerosi CD fra cui “Trasmigrazioni”, “Balkanjia”, “Hata”, “Viaggi fuori dai paraggi” di Daniele Sepe. Nel 2004 debutta come solista con il concept-album “Indifferentemente”, breve cerimonia a domicilio di canzoni appassionate, una performance musicale prêt à porter, da compiersi nelle case private. In “Indifferentemente” Canio Loguercio innova e sperimenta, dando vita a un concerto “love-songs” di un “amore che si mangia”, rigorosamente in napoletano, sacra madrelingua delle passioni. La critica, accogliendo con favore questa produzione musicale, lo ha posto a metà strada tra Battiato e Laurie Anderson.
In “Miserere” ha collaborato con alcuni dei più rappresentativi poeti della nuova scena letteraria contemporanea: Gabriele Frasca, Lello Voce, Sara Ventroni, Rosaria Lo Russo, Tommaso Ottonieri, Enzo Mansueto, con il video-artista Antonello Matarazzo e con i musicisti Rocco De Rosa, Maria Pia De Vito e Paolo Fresu.
“Passioni” narra un’improbabile storia d’amore che si snoda lungo le trame di 15 «canzoni sussurrate», scritte per lo più in napoletano, la «sacra madrelingua delle passioni». Preghiere d’amore come tante stazioni di una via Crucis, di una processione con le sue litanie, i suoi riti. Il cd allegato contiene anche due classici: «Voce ‘e notte» e «Passione», una delle più celebri canzoni del repertorio classico napoletano, in un’inedita interpretazione, struggente ed essenziale, di Canio Loguercio con Peppe Servillo e Maria Pia De Vito.
Il suo ultimo album,“Canti, ballate e ipocondrie d’ammore”, realizzato con Alessandro D’Alessandro è la trasposizione quasi fedele di un concerto live che i due musicisti portano in giro da qualche anno, è un disco di canzoni a fil’e voce, chitarra e organetto in cui c’è tanta Napoli: innanzi tutto quella della sua lingua patrimonio dell’umanità e poi Napoli come luogo dell’anima in cui il confronto con la tradizione si manifesta attraverso la suggestione esercitata dalla canzone napoletana che qui irrompe con la forza della sua irresistibile seduzione. Con la Targa Tenco, per il miglior album in dialetto del 2017, ed altri prestigiosi riconoscimenti tra cui “Miglior Album dell’Anno” per la Rivista BlogFolk, è stata premiata la cura meticolosa degli arrangiamenti e la lunga ricerca condotta in tanti anni intorno alla “canzone d’ammore”: una conferma della possibilità di forme musicali, popolari e d’autore, capaci di porsi in un ambito espressivo al di fuori dei generi consolidati e, appunto per questo, difficili da etichettare. E’ un lavoro in cui gli autori si sono mossi in punta di piedi cercando di togliere piuttosto che aggiungere, di badare più al senso che alle forme, con un passo artigianale basato su pochi elementi, quelli che reputavano essenziali. Ecco, l’essenzialità forse è la chiave di questo disco in cui prevale la parola rispetto al canto, il respiro rispetto alla parola, in cui si susseguono canzoni di un amore viscerale e profondo come il rumore del mantice dell’organetto.

 

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