Piero Zucaro con Sempre Felici (fuori dal mondo) chiude la rassegna “Rendano Extra”

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COSENZA – Cala il sipario su “Rendano Extra”, significativa appendice della stagione di prosa del teatro di tradizione cosentino che l’Amministrazione comunale ha voluto dedicare alla produzione artistica delle eccellenze del territorio.

In scena, il prossimo 27 maggio, alle ore 21,00, lo spettacolo “SEMPRE FELICI (fuori dal mondo)” di Piero Zucaro, tratto dal libro “La follia in 3 D”, trilogia drammaturgica sul disagio mentale, dello stesso autore, concepita nel 2018 per ricordare i 40 anni della Legge Basaglia.

Due gli atti unici messi in scena da Zucaro: il primo, un monologo interpretato dall’attrice messinese Danila Tropea, il secondo, un monologo interpretato dallo stesso autore che ha curato anche la regiadell’intero allestimento, con la collaborazione tecnica del sound-engineer Gerardo Coppola.

Piero Zucaro, autore, attore e regista, vive da molti anni in Calabria dove ha fondato “Ottavomiglio Laboratorio”, un’associazione culturale molto attiva sul territorio.

Nel luglio del 2017 è stato invitato a partecipare alla II seconda edizione del “The Acting Workshop” diretto da Danny Lemmo, membro onorario a vita dell’Actors studio di New York. Le sue ultime produzioni (2015) di teatro-musicale, “LA GENTE VUOLE SENTIRE UNA BELLA CANZONE” (omaggio alla poetica d’impegno civile degli anni ’60-’70) e “PASOLINARIA-sonata in contrappunto in chiave di basso”, sono state realizzate con il patrocinio del Comune di Cosenza e sotto l’egida della cattedra di letteratura italiana dell’Università di Bari. Altro fiore all’occhiello della produzione artistica di Zucaro, “L’uomo di Turi” (2008) tratto da “Lettere dal carcere” di Antonio Gramsci. Un lavoro, quest’ultimo, accreditato da diverse Università e molto apprezzato anche dalle massime istituzioni gramsciane, tra le quali la Fondazione Gramsci. I progetti drammaturgici di Piero Zucaro hanno riscosso il plauso di scrittori come Adele Cambria (drammaturga, giornalista e attrice pasoliniana) e lo scrittore Manlio Santanelli, l’autore teatrale più tradotto all’estero dopo Dario Fo.

Il progetto proposto da Zucaro per celebrare la legge Basaglia e che si articolerà nei due atti unici in scena lunedì 27 maggio, prende spunto, come il suo volume, “La Follia in 3 D”, da cui sono tratti, dal vissuto di alcuni dei protagonisti di una nota serie di casi clinici pubblicati, negli anni Settanta, da alcuni psichiatri inglesi, ma anche dal vissuto di alcuni degenti psichiatrici con cui Zucaro è entrato personalmente in contatto nel corso di un’esperienza laboratoriale di teatro sociale sul disagio psichico. «Franco Basaglia – sottolinea Piero Zucaro nell’introduzione al volume e allo spettacolo del “Rendano” –creò, per primo, un profondissimo squarcio nel corpo della scienza psichiatrica, abbattendo i muri dietro i quali si celava la devastazione del teatro della follia: il manicomio. Qui tutto diventava finzione, si metteva in scena sempre la stessa rappresentazione, tutti costretti a recitare la stessa parte. A quarant’anni dalla legge 180 una rinnovata azione di rivoluzione culturale nella gestione del disagio psichico – sottolinea ancora Piero Zucaro – può e deve passare attraverso la soggettività dei suoi protagonisti principali». 

Piero Zucaro si è avvalso, sia per lo spettacolo che per il suo libro, della consulenza di uno dei più prestigiosi specialisti italiani, lo psichiatra (ed ex collega-attore di Zucaro) Adolfo Ferraro, autore della postfazione a “La Follia in 3 D”. «La malattia mentale, intesa come patologia– sottolinea il prof.Ferraro – “sembra” essere il filo conduttore dei testi. Ma, in realtà, a guardare bene, la vera protagonista della trilogia è l’assenza. E’ la ingombrante assenza innanzitutto della salute mentale ad essere la vera protagonista, come elemento che manca e di cui si avverte il non esserci pur potendo esserci».

«Sempre felici (fuori dal mondo)” sarà uno spettacolo che non potrà lasciare indifferente nessuno – afferma ancora e con gran convinzione Piero Zucaro – poiché lo spettatore consapevole avrà modo di emozionarsi, con il pianto, con il riso, ma anche con la paura». 

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