Chiude domani la rassegna di arte contemporanea “Infiniti Spazi”

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COSENZA – Chiude domani, giovedì 4 luglio, al Chiostro di San Domenico, la rassegna d’arte contemporanea “Infiniti spazi”, proposta e curata da Luigi Polillo, giovane divulgatore d’arte cosentino impegnato anche in diverse città italiane dove lo hanno portato negli anni il suo forte desiderio di conoscenza e la sua passione.

«La rassegna d’arte contemporanea ospitata nel Chiostro di San Domenico è  stata patrocinata dal Comune di Cosenza e si inquadra – ha sottolineato l’Assessore  Rosaria Succurro in occasione del vernissage –  nell’attenta  politica di valorizzazione del patrimonio artistico attraverso la promozione costante di eventi e attività socioculturali, al fine di promuovere sempre più lo sviluppo socioeconomico del nostro territorio; l’organizzazione di diversi eventi culturali, dunque, sensibilizza costantemente la comunità».

L’ esposizione ha posto l’accento su alcune opere di artisti tra i più rappresentativi del nostro territorio: Delia Dattilo, che incentra la sua ricerca sulle antiche tradizioni e  su un orientamento storicistico teso a cogliere gli stravolgimenti dell’umanità; Orazio Garofalo, depositario di una poetica digitale grazie alla quale l’opera d’arte viene creata sullo schermo; Salvatore Pepe, con le sue visioni enigmatiche percorse da un minimalismo puro, legato alle vere radici dell’astrazione geometrica; Pino Pingitore, demiurgo di un’astrazione fluida con la quale si stabilisce un contatto diretto con l’anima, tra armonia e dissonanza di colori. Del gruppo di artisti in rassegna fanno parte anche Antonio Saladino, le cui opere scultoree rimandano costantemente alle origini del mondo greco,  Vincenzo Trapasso, che realizza una vera e propria sublimazione della materia e Agostino Tulumello che trasferisce nel nostro tempo la sua pittura segnica. In occasione del vernissage, ha fatto da cornice all’esposizione una  suggestiva performance artistica degli allievi della scuola Dance Project, diretta dal coreografo Paolo Gagliardi.

«Le opere esposte – sottolinea il curatore Luigi Polillo – esplicitano la ricerca linguistica di ogni artista, una narrazione visiva in cui, per un istante, il rumore del mondo viene assopito dal silenzio e il fruitore prende coscienza del proprio essere percorrendo inevitabilmente “Infiniti spazi”».

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