BoCs Art, in corso la quarta edizione delle residenze artistiche. Lunedì 29 luglio in visione le opere realizzate

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COSENZA – E’ in corso di svolgimento la quarta residenza del 2019 presso i BoCs Art. Una residenza che si è sviluppata attraverso una serie di inviti concatenati.

Il curatore dei BoCs Art Giacinto Di Pietrantonio ha invitato tre giovani curatori che, a loro volta, hanno invitato ognuno quattro artisti.

Prima curatrice è Irene Angenica che ha a sua volta invitato gli artisti Paolo Bufalini, Davide La Montagna, Davide Sgambaro e Gabriel Stöeckli; Giovanni Paolin, ha, invece, selezionato Pietro Ballero, Giovanni Chiamenti, Matilde Sambo e Marta Spagnoli; e ancora Giacomo Pigliapoco che ha scelto gli artisti Jacopo Belloni, Nicola Lorini, Emma Patrizia Scialpi e Alberto Venturini. Lunedì 29 luglio sarà il giorno degli open-BoCs e, dalle ore 18,00, sarà possibile visionare le opere realizzate durante la residenza.

Il tema dell’ospitalità caratterizza le due settimane di residenza: essere ospiti di un territorio sconosciuto, entrare in contatto con la sua cultura, usanze e tradizioni; contemporaneamente ospitare all’interno dei propri studi-abitazioni l’Altro, aprire uno spazio intimo, un luogo vissuto, creando uno scambio reciproco di ospitalità.

In maniera analoga si crea uno scambio tra curatori e artisti. Come fa notare Anthony Huberman in Hospitality. Hosting Relations in Exhibitions “spesso si tende a vedere l’artista come ospite del curatore perché da lui invitato a esporre”. Per Huberman però l’idea di ospitalità evoca il ribaltamento di questa visione, come curatori siamo sempre ospiti degli artisti con cui scegliamo di lavorare: “Noi bussiamo alle loro porte e gli chiediamo se sono disposti ad aprirle per passare del tempo nel loro studio, uno spazio che hanno attentamente costruito nel corso del tempo. E’ questo il posto delle loro idee, domande, immagini, oggetti, convinzioni, speculazioni.

È il territorio dell’artista, la loro casa….

Quando siamo invitati a cena, continua Huberman, l’ospite non sta in silenzio, ma si apre in discussioni con i suoi commensali, fa sentire la sua voce così come il curatore all’interno dello studio dell’artista”.

«BoCs Art – sottolineano i curatori della residenza Irene Angenica, Giovanni Paolin e Giacomo Pigliapoco – significa fare una esperienza di inclusione per far parte di una comunità, le residenze sono terreno fertile di scambio, luoghi di conoscenza dove si sviluppano relazioni, nuove conoscenze, amicizie e collaborazioni». Con questo spirito i tre curatori, in dialogo con gli artisti invitati, si sono messi a confronto nella costruzione di una serie di incontri che favoriscono la conoscenza reciproca della propria ricerca artistica. Si tratta di serate iniziate lunedì scorso 22 luglio e che andranno avanti fino a venerdì 26, dalle ore 21,00 fino alle 23,00. I residenti si racconteranno attraverso la proiezione di immagini e video. Le loro presentazioni verranno arricchite dalla lettura di estratti di testi: poesia, narrativa, saggistica… Ogni residente sceglie cosa mostrare di sé al resto del gruppo e alla cittadinanza stessa, creando delle serate di narrazione artistiche e al contempo personali. In una sorta di storytelling night continua, gli abitanti dei BoCs si apriranno al pubblico andando ad aggiungere contenuti critici, artistici e teorici alle opere che si possono vedere nascere e crescere nei loro BoCs studio.

A Jumi – il fiume – è il titolo che gli abitanti dei BoCs hanno scelto per questa residenza, e che rimanda a un detto locale: A jumi cittu un ji a piscà, “Non pescare sulle rive di un fiume silenzioso come il Busento”. Questo detto mette in guardia il visitatore, lo invita a un senso di diffidenza.Noi vogliamo – spiegano i tre curatori -ribaltare questo detto e rompere il silenzio del fiume con le nostre parole».

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