REGGIO CALABRIA – La Polizia, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, ha eseguito 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti di presunti capi storici, elementi di vertice, luogotenenti e affiliati alle cosche di De Stefano-Tegano e Libri operanti in città. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsioni, detenzione e porto illegale di armi, aggravati dal metodo e agevolazione mafiosa. Gli investigatori della Squadra mobile di Reggio e dello Sco hanno eseguito anche numerose perquisizioni e sequestri di aziende. Dalle indagini, grazie al monitoraggio di alcuni summit, è emerso il tentativo di scissione della famiglia facente capo a Luigi Molinetti dalla casa madre dei De Stefano. L’inchiesta della Dda ha portato alla luce gli attriti tra i De Stefano-Tegano e i Libri sulla divisione dei proventi delle estorsioni. Attriti risolti con formazione di un gruppo costituito da appartenenti alle due consorterie per evitare sovrapposizioni e fraintendimenti.
L’operazione condotta dalla polizia contro le cosche De Stefano-Tegano e Libri di Reggio Calabria è stata chiamata “Malefix” dal soprannome di uno degli arrestati, Giorgio De Stefano, figlio dello storico boss Paolo De Stefano.
Come scrive Ansa Calabria, sebbene incensurato, per gli investigatori Giorgio De Stefano – che usava il soprannome sul suo profilo Instagram – «è da ritenersi il più valido rappresentante delle propaggini operative della cosca De Stefano a Milano, dove si è trasferito negli ultimi tempi».
De Stefano è fidanzato da oltre un anno con la cantante Silvia Provvedi, che lo ha reso padre da pochi giorni e che, hanno specificato oggi gli investigatori, è totalmente estranea all’inchiesta.