REGGIO CALABRIA – Edoardo Tresoldi ha presentato Opera, la sua nuova installazione permanente sul lungomare di Reggio Calabria, promossa e commissionata dal Comune e dalla Città Metropolitana. In occasione del week end di inaugurazione si è tenuta una serie di eventi gratuiti di musica, performanc
Opera nasce per celebrare la relazione contemplativa tra il luogo e l’essere umano attraverso il linguaggio architettonico classico e la trasparenza della Materia Assente, espressa tramite la rete metallica.
L’architettura aperta – composta da un colonnato di 46 colonne che raggiungono gli 8 metri di altezza all’interno di un parco di 2.500 mq – offre un nuovo monumento attraversabile e completamente fruibile a cittadini e visitatori. L’installazione si inserisce all’interno di uno dei più ampi spazi pubblici europei e si propone come un nuovo landmark del territorio.
Un monumento alla contemplazione
Opera è un monumento alla contemplazione attraverso cui il luogo definisce ulteriormente se stesso. Tresoldi gioca con la grammatica dell’architettura classica e la trasparenza per ricercare nuove poetiche visive in dialogo con il paesaggio circostante e i visitatori. Le colonne, archetipi fondanti del retaggio culturale occidentale, compongono una cornice aulica che conferisce al parco un’ulteriore chiave di lettura.
L’installazione delinea un’agorà mentale che trasporta i visitatori in una dimensione percettiva mutevole tramite giochi di altezze e profondità con il parco. Opera apre relazioni in più direzioni all’interno di uno spazio già materialmente aperto: i corridoi prospettici corrono verso il paesaggio mentre le colonne trasparenti definiscono un’architettura che accoglie, accompagna e scandisce l’esperienza del luogo stabilendo un rapporto diretto tra terra e cielo.
I rimandi tra le colonne e gli alberi creano rapporti di luce e ombra secondo equilibri ariosi ma ritmati in una corrispondenza organica tra la trasparenza e lo spazio circostante. I contorni dell’opera perdono definizione per fondersi con il contesto in relazione all’impossibilità della scultura di “fermare l’ombra che rimane in ogni caso, come l’eco per il suono”, citando Arturo Martini.
Opera dà forma inoltre alle riflessioni di Tresoldi sulla composizione e decomposizione architettonica: il dialogo tra l’installazione e il luogo si manifesta nella logica distributiva del colonnato che non si adegua del tutto a quella del parco. Simile al controcanto in musica, la loro sovrapposizione funziona come due melodie diverse ascoltate nello stesso momento: attraversando il parco il visitatore incontra armonie e disarmonie tra i due sistemi architettonici.
Nel suo ruolo di opera pubblica, Opera esplicita la relazione tra realtà e rappresentazione affidando alla trasparenza della Materia Assente il ruolo primario di sospensione spazio-temporale. L’installazione integra relazioni tra visibile e invisibile, individuo e collettività addentrandosi nella stratificazione di orizzonti ancestrali e pratiche quotidiane, ai confini di un terreno fisico e mentale e in bilico tra arte, architettura e paesaggio.