“Dalle analisi effettuate è emerso che, in alcune Aziende ospedaliere, nei primi giorni di novembre si era verificato un aumento considerevole, e non in linea con i mesi precedenti, dei ricoveri in terapia intensiva. Grazie a una interlocuzione con i responsabili delle unità operative, è stato verificato che, a causa della temporanea carenza di posti letto nei reparti di degenza ordinaria e di terapia sub-intensiva, alcuni pazienti, che non avevano bisogno di ventilazione meccanica assistita, perché non presentavano gravi criticità, erano stati ricoverati in Rianimazione”. Così il delegato per l’emergenza Covid della Regione Calabria, Antonio Belcastro, cerca di motivare la modifica recente sui numeri del bollettino regionale di contagi da Copie in cui è palese una repentina riduzione dei posti in terapia intensiva in Calabria comunicati al ministero della Salute prima della decisione di porre la regione nella fascia rossa.
La Riduzione da 26 a 10 è stata interpretato come una “manipolazione” dei dati per evitare di finire assieme a Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta nelle zone in lockdown.
“L’aggiornamento del Bollettino regionale è stato necessario per permettere una più corretta classificazione dei casi”, ha spiegato Belcastro, che definisce “una speculazione priva di fondamento” le ipotesi sulle manipolazioni delle cifre.
“Il trasferimento dei pazienti dalle Terapie intensive ai reparti di Malattie infettive e Pneumologia – ha proseguito Belcastro – ha fatto aumentare il tasso di saturazione (16%) dei posti letto di area medica, mentre il tasso di occupazione dei posti letto di terapia intensiva (6%) è ancora lontano dalla soglia di allerta, fissata al 30%”.