Fitti passivi all’Asp di Cosenza, la denuncia dello “strano caso ad Acri”

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ACRI (CS) – “Ho chiesto ufficialmente, mediante interrogazione a risposta scritta al presidente della Giunta regionale, di conoscere quali azioni intende intraprendere nei confronti dell’ASP di Cosenza al fine di effettuare una ricognizione di tutti gli immobili, non di proprietà, presso i quali, però, sono ospitate attività e presunti servizi. Ho proposto, inoltre, in ottica di una spesa oculata di soldi pubblici, di redimere uno studio valido per capire se sussistono i presupposti per accorpare i servizi in uniche strutture così da contenere i costi per i fitti passivi”. È quanto rende noto il vicepresidente della commissione regionale anti ‘ndrangheta, Graziano Di Natale, nell’ennesima denuncia sul modus operandi dell’Asp di Cosenza, che così prosegue: “L’azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza annualmente eroga a soggetti privati canoni per la concessione di dieci unità immobiliari nel Comune di Acri per mezzo di una concessione formalizzata a ridosso degli anni ottanta-novanta. Per tali immobili l’Asp sostiene annualmente costi per canoni di locazione passivi per il fitto delle suddette unità immobiliari di quasi  68.000 Euro. Al netto del servizio che viene offerto agli utenti, è evidente che non viene rispettato alcun criterio di economicità nella gestione della spesa sanitaria”.

Il Segretario-Questore dell’assemblea regionale della Calabria sottolinea la bontà della propria proposta e dichiara: “Non sono assolutamente favorevole alla spoliazione di servizi pubblici. Sia ben chiaro. Non si discutono le prestazioni sanitarie offerte ai cittadini ma in una gestione oculata della spesa pubblica vanno fatte scelte sensate. Sul territorio esiste il presidio ospedaliero di Acri “Beato Angelo” che è individuato come struttura indispensabile per tutto il territorio. Nonostante l’ampio bacino di utenza molti reparti sono stati depotenziati. Ritengo quindi opportuno una ridistribuzione dell’intera spesa impegnata per il pagamento annuale dei fitti grazie ad un accorpamento, sensato ed oculato, dei servizi attualmente dislocati negli stabili privati,  verso i locali del presidio ospedaliero in maniera tale da sostenere un risparmio economico non indifferente, e una maggiore presenza di servizi per i pazienti nell’ospedale, vero centro di riferimento per quella vasta area territoriale”.

Di Natale lancia l’appello: “Quanto avviene ad Acri, piuttosto che ad Amantea, si verifica puntualmente in molte realtà della provincia di Cosenza. Stiamo parlando di fitti pagati profumatamente a privati per l’erogazione di presunti servizi pubblici. Il bilancio dell’Asp di Cosenza è in deficit. Bisogna tagliare le spese superflue e la mia proposta è mirata al risparmio economico, senza tagli sui servizi sanitari. È possibile anche in Calabria, a Cosenza, una gestione tutt’altro che scellerata della cosa pubblica, dove vengono tagliati gli sprechi e non i benefici per i cittadini. Per questa serie di ragioni -conclude Di Natale- interrogo la giunta regionale chiedendo loro di vigilare su queste cose, facendo valere la propria, presunta, autorevolezza politica. La Politica dinnanzi a questo scempio non può lavarsene le mani giocando a scarica barile. Resterò vigile senza indietreggiare di un millimetro”.

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