RENDE (CS) – «Un’iniziativa importante e vincente, che seguiremo nel tempo per capire se c’è la possibilità di allargarla ad altre realtà». Lo ha detto il ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, nel suo intervento di saluto all’Unical in occasione dell’inaugurazione del primo anno accademico del corso di laurea in Medicina e Tecnologie digitali interateneo con l’Università Magna Graecia di Catanzaro.
Il ministro Messa ha partecipato alla cerimonia in videoconferenza, a causa della cancellazione del volo Milano-Lamezia che stamattina avrebbe dovuto portarla in Calabria.
Nell’aula magna dell’Unical erano presenti le autorità politiche, civili, sanitarie e religiose del territorio, i membri di Senato accademico e CdA, gli ex rettori dell’Università della Calabria, i docenti e gli iscritti al nuovo corso di laurea che fra sei anni conseguiranno il doppio titolo di laurea in Medicina e in Ingegneria informatica, curriculum bioinformatico.
Saranno pionieri di un progetto che guarda alla medicina del futuro e alla formazione di professionisti che oltre a solide conoscenze nel campo delle scienze della salute avranno anche forti competente in ambito tecnologico e digitale. «Questo corso di laurea ci mette sotto gli occhi la profonda differenza tra “usare” e “conoscere” una tecnologia. E da questo non può venire che bene» ha ricordato in apertura il moderatore dell’evento, il giornalista Massimo Razzi di Repubblica.
«Medicina e tecnologie digitali è un corso estremamente innovativo ed è di innovazione che abbiamo estremamente bisogno – ha detto il ministro Messa – Tutti immaginiamo la forza che hanno le tecnologie e le metodologie di analisi di intelligenza artificiale, però oggi abbiamo un grosso divario tra ciò che avviene nella ricerca e nell’utilizzo di queste tecnologie e il livello di conoscenza e insegnamento delle stesse, a partire dalla scuola. Dobbiamo recuperare in breve tempo quello che non è stato fatto negli anni passati. Credo, e lo dico più da medico che da ministro, che l’aspetto dell’arte medica non verrà mai a mancare perché una intelligenza artificiale non potrà mai tenere conto delle emozioni, della capacità di comprendere al volo una persona, parlandole e guardandola in faccia – ha proseguito il ministro – Queste sono abilità che si acquisiscono nel tempo e chiedono una forte interazione tra medico e paziente. Ma è anche vero che il dominio delle tecnologie facilita tantissimo il compito del medico, quindi le competenze combinate che questi giovani studenti potranno saranno preziosissime. È sicuramente un corso di laurea impegnativo, ma credo ne valga la pena perché sono state condivise le competenze di due università e del territorio, fattori che superano il campanilismo e danno una forza maggiore non solo al corso ma a tutto il sistema universitario».
All’integrazione tra saperi e discipline diverse il nuovo corso di Medicina e Tecnologie digitali somma infatti la stretta sinergia tra due diversi atenei regionali – l’Università della Calabria e l’Università Magna Graecia di Catanzaro – che mettono in campo le proprie eccellenze in un percorso formativo di grande innovazione.
«In un anno abbiamo realizzato quello che fino a qualche tempo fa era solo un sogno – ha detto nel suo saluto il rettore dell’ateneo di Catanzaro, Giovambattista De Sarro – superando ogni forma di campanilismo». De Sarro, medico e ricercatore, ha sottolineato l’impegno comune e condiviso dei due atenei, al passo con l’evoluzione che sta interessando la scienza medica nell’era digitale. «Anche il territorio dovrà percorrere questa strada. Bisognerà creare ospedali e strutture moderne che possano essere fruite da nostri nuovi studenti» ha aggiunto il rettore dell’università Magna Graecia.
Ma perché l’Intelligenza Artificiale è oggi strategica per la Medicina? Lo ha spiegato nella sua lectio magistralis il rettore dell’Università della Calabria Nicola Leone, ordinario di Informatica e scienziato di fama internazionale.
«L’Intelligenza artificiale riproduce forme di ragionamento e risolve problemi in modo razionale, ma non necessariamente come farebbe un uomo. In alcuni casi la sua efficacia supera quella dell’uomo. È il caso della gestione ed elaborazione di enormi quantità di dati, come quelli che oggi abbiamo a disposizione – ha detto il rettore Leone – Oggi, inoltre, abbiamo a disposizione un’alta velocità di trasmissione dei dati, dispositivi sempre più precisi e affidabili, device indossabili, in grado di registrare e analizzare parametri vitali. Viviamo una stagione di maggiore consapevolezza e fiducia nell’Intelligenza artificiale. I vantaggi, per la medicina, sono notevoli: dalla diagnosi precoce alle terapie personalizzate, dalla predizione dell’evoluzione della malattia al supporto delle decisioni prese dal medico, dalla chirurgia robotica al training, con il ricorso alla realtà virtuale e aumentata. E la formazione deve stare al passo con gli sviluppi della ricerca scientifica. Da qui l’esigenza di formare non solo nuovi medici, ma medici nuovi che alla preparazione nel campo delle scienze della salute possano unire competenze di carattere ingegneristico per un utilizzo consapevole ed efficace di metodi e strumenti di intelligenza artificiale».