COSENZA – La mobilitazione a Cosenza che si è svolta venerdì e sabato, rientra nella campagna nazionale del Partito della Rifondazione Comunista contro gli aumenti delle bollette e il ripristino della legge Fornero e per costituire dei Comitati popolari contro il carovita. Nel cosentino la campagna è partita sabato 12 da Verbicaro, nella Piazza Giannino Losardo “indimenticato compagno del PCI che per le sue idee di difesa dei lavoratori e dei più bisognosi è stato trucidato dalle cosche di ‘ndrangheta del Tirreno”. Poi è proseguita a Rovito, Cosenza e Rossano e nei prossimi giorni si terrà in decine di piazze della Provincia, dal Savuto alla Valle del Crati, dal Pollino allo Ionio.
“Lo faremo con i nostri striscioni, le bandiere ed i volantini ed una raccolta firme – scrive la Federazione Provinciale PRC-SE Cosenza – contro gli aumenti delle bollette ed il carovita che colpiscono in modo durissimo i ceti popolari e i lavoratori italiani già stremati da salari e pensioni tra i più bassi d’Europa, spesso da fame, precarietà diffusissima e disoccupazione”.
“Vogliamo dire basta a una rapina sistematica su salari e pensioni che oggi si avvale di un’inflazione al 4,8% per cento per scaricare sui lavoratori gli effetti nefasti delle liberalizzazioni e della speculazione sui prezzi. Vogliono farci credere che gli aumenti delle bollette derivino dalla transizione ecologica, in realtà siamo di fronte al fallimento della liberalizzazione e della privatizzazione del settore energetico. Ci mobilitiamo per pretendere che il governo intervenga immediatamente contro il caro bollette: bloccando gli aumenti come in Francia ed in Spagna; tagliando i profitti delle grandi aziende che distribuiscono e vendono il gas e l’energia elettrica; colpendo la speculazione finanziaria sui meccanismi di formazione dei prezzi di gas ed elettricità; eliminando oneri di sistema obsoleti, dando finalmente un taglio ad accise, addizionali regionali e iva, tasse pagate in prevalenza dai ceti popolari”.
“Raccoglieremo anche le firme contro il ripristino della legge Fornero sulle pensioni, su cui proprio questi giorni si discute nei tavoli tra governo e sindacati, avanzando le nostre proposte per ottenere: la pensione a 60 anni o con quaranta di contributi; per le donne, pensione a 55 anni o 35 di contributi; non più pensioni sotto i mille euro; l’adeguamento integrale delle pensioni all’inflazione. Le firme raccolte verranno utilizzate per promuovere e sostenere ordini del giorno nei consigli comunali e per essere consegnate ai Prefetti con il fine di farle arrivare al Governo”.