Laureato con lode il primo dottore magistrale del Polo Penitenziario Unical

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CORIGLIANO ROSSANO (CS) – E’ stata una giornata che in tanti difficilmente dimenticheranno. Martedì 5 aprile 2022, G. B., è stato proclamato il primo dottore magistrale del Polo Universitario Penitenziario dell’Università della Calabria (PUP), istituito nel 2018 grazie al protocollo d’intesa fra l’Ateneo di Arcavacata e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – Provveditorato regionale per la Calabria, ma nei fatti operativo da circa un decennio. Una scommessa vinta per l’Unical, come dimostra la storia del protagonista, G.B., detenuto alla Casa di reclusione di Rossano, che ha compiuto tutto il suo percorso di studi universitari con il Pup – Unical. «Un’occasione di crescita sia per il carcere che per l’Unical», dice Pietro Fantozzi, delegato del rettore al Pup.

Il neo dottore in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali ha discusso la tesi dal titolo “I poteri clemenziali del Parlamento. L’indulto del 2006”, davanti ad una Commissione di alto profilo, presieduta dal professore Ercole Giap Parini, direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali (Dispes), e composta dal Prorettore Francesco Scarcello, e dagli altri docenti Roberto De Luca, relatore della tesi, Franca Garreffa, e lo stesso Pietro Fantozzi. Voto di laurea? Un meritatissimo, dicono i presenti, 110 e lode.

A presenziare all’emozionante seduta, avvenuta nel teatro polifunzionale del carcere presieduto da Maria Luisa Mendicino, alcune delle maggiori autorità religiosi, quali l’Arcivescovo della diocesi di Rossano-Cariati, Maurizio Aloise, politiche (l’assessore comunale alle politiche sociali Alessia Alboresi), e scolastiche con la dirigente dell’IIS “E. Majorana” Pina De Martino, il cui istituto ha offerto il buffet post-seduta, con il contributo dell’associazione “Le Querce di Mamre”.

«Ho partecipato a centinaia di sedute di laurea dei miei studenti ma questa è stata fra le più emozionanti, se non la più emozionante – aggiunge Fantozzi -. Una storia che ci ricorda una volta di più l’importanza dell’istruzione. Una storia incredibile se pensiamo che G.B. è stato bocciato in prima elementare per ben tre volte, un fallimento per la scuola. Si è cosi ritirato, questo ha permesso che venisse attirato da un’altra scuola, quella della delinquenza. In carcere è arrivato praticamente da analfabeta ma ha intrapreso e terminato tutto il suo percorso di studi con grande forza di volontà e voglia di apprendere. La sua discussione poi è stata chiara, precisa e puntuale, come il suo elaborato finale». Un dato questo ancor più sorprendente se si pensa che G.B. ha continuato i suoi studi nonostante la dislessia, disturbo specifico dell’apprendimento, di cui ha scoperto di soffrire già durante la sua reclusione. Il suo è un «successo che si è costruito da solo» ma che è stato reso possibile grazie alla vicinanza e al sostegno per tutto il percorso di formazione, di Adriana Caruso, già insegnate e presidentessa dell’associazione di volontariato “Le Querce di Mamre”, a cui G.B. ha dedicato la tesi.

Evidente soddisfazione anche per tutto il personale del Pup che attualmente conta 41 iscritti ai corsi di laurea (più uno al Dottorato di ricerca), di cui solo 11 al carcere di Rossano, 10 a Cosenza e 6 a Paola, ma anche in altre realtà italiane. Un ponte verso il sociale sempre più solido per l’Unical.

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