La prima del Rigoletto apre la 57ª stagione lirica del “Rendano”. L’attualità dell’opera nelle parole dei protagonisti

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COSENZA – Ultimi ritocchi al Rendano, prima del debutto, all’allestimento del “Rigoletto”, l’opera verdiana con la quale venerdì 18 novembre si aprirà ufficialmente la 57ma stagione lirica del Teatro di tradizione cosentino.

L’appuntamento è per le ore 20,30. Si replica domenica 20 novembre, in pomeridiana, alle ore 17,00.

Con “Rigoletto” il Rendano, grazie all’azione propulsiva dell’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Franz Caruso, torna alla produzione e rientra nei finanziamenti del FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) dei quali il Comune di Cosenza beneficerà per la prossima triennalità (2022/2024). Il progetto artistico della 57ma stagione lirica, presentato al Ministero dal Comune di Cosenza ed ammesso come “prima istanza triennale” al contributo FUS, art. 20 per la Lirica ordinaria, per l’annualità 2022, è del maestro Luigi Stillo. Lunga la sua collaborazione alle produzioni e agli allestimenti del Rendano. Composto da Giuseppe Verdi nel 1851, su libretto di Francesco Maria Piave, dal dramma di Victor Hugo “Il re si diverte”, “Rigoletto” fu eseguita per la prima volta l’11 marzo dello stesso anno al Teatro “La Fenice” di Venezia.

Il nuovo allestimento del “Rendano” di Cosenza vedrà in buca l’Orchestra Sinfonica Brutia, sodalizio musicale nato per iniziativa del Comune e del Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” e riconosciuta Istituzione concertistico-orchestrale.

A dirigerla sarà il maestro Daniele Agiman, bacchetta di spessore internazionale, legato a Cosenza, per sua stessa ammissione, da un rapporto molto forte e rinverdito anche in questa occasione dopo le direzioni che lo hanno visto negli anni scorsi, sul podio del Rendano, in occasione di altre opere: “Tosca”, “Pagliacci” e, lo scorso anno, “Il Barbiere di Siviglia”, nell’ambito della stagione “Torniamo all’opera”. Agiman ha lodato, nei giorni di prova che stanno precedendo la “prima” di “Rigoletto” la qualità dell’OSB. “Ho appena diretto a Matera, in Basilicata, un’altra delle 11 ICO italiane approvate dal Ministero e questa è la seconda realtà con cui mi confronto – sottolinea il maestro Agiman – “L’Orchestra Sinfonica Brutia – aggiunge – è di altissimo livello. Molti di questi ragazzi affrontano per la prima volta un’opera lirica e Rigoletto non è un’opera facile per debuttare, ma durante le prove di lettura c’è stato uno scatto di qualità notevolissimo. Credo che questa Orchestra abbia tutti i presupposti perché possa durare e crescere. Lo meritano il Conservatorio che sta lavorando benissimo, il Teatro, che finalmente riapre in maniera riconosciuta anche dallo Stato, e la stessa Orchestra che riunisce i migliori strumentisti della zona. C’era bisogno di una rete che mettesse insieme le peculiarità musicali e culturali di una regione o, come in questo caso, della città. Cosenza – rimarca Daniele Agiman – deve tornare ad essere quel grande baricentro per il Sud, perché il suo teatro ha una grande storia e poi ha un pubblico caloroso e con una particolare capacità di discernimento critico, Un pubblico che sa riconoscere quanto di valido viene espresso e che sta zitto quando le cose funzionano meno. Per noi artisti è il pubblico la vera cartina al tornasole”. Sull’attualità dell’opera verdiana e sulla sua ciclica riproposizione, Agiman sottolinea che “Rigoletto era per Verdi la sua opera del cuore. E’ come se in quest’opera mostrasse la sua vera, intima natura di compositore. La sua modernità consiste nel saper guardare all’essere umano come ad un essere complesso, che non è solo male o solo bene”.

Nel ruolo del protagonista dell’allestimento del Rendano, i melomani cosentini troveranno il baritono sassarese, ma veronese di adozione, Alberto Gazale, molto apprezzato dalla critica e considerato tra i migliori artisti della sua generazione. Dal Rendano mancava da molti anni. Vi aveva cantato, sul finire degli anni novanta, in occasione di “Un ballo in maschera”, protagonista Pietro Ballo, con la direzione d’orchestra di Marco Balderi. Gazale deve molto della sua formazione all’incontro con Carlo Bergonzi, tra i più autorevoli interpreti del repertorio del genio di Busseto. Sono tanti i “Rigoletto” al suo attivo. Un ruolo – questo – che ha debuttato quando era molto giovane e con il quale ha avuto la fortuna di cimentarsi in tanti teatri e in edizioni storiche, anche per il Teatro alla Scala di Milano, con la direzione di Riccardo Muti, ma anche di Riccardo Chailly e James Conlon. “Rigoletto – dice Gazale – è cresciuto un po’ con me. Gli incontri, poi, sono quelli che favoriscono l’approfondimento. Da ciascun collega, direttore o regista ho provato a trarre delle indicazioni e mi sono posto delle domande sul personaggio, che sta sempre in equilibrio tra il bene e il male. All’inizio della carriera privilegiavo molto la parte buona del personaggio, ma andando avanti ho capito forse che Rigoletto è nutrito anche dall’egoismo e questo aspetto cerco di portarlo in scena per quanto possibile. Noi non dobbiamo fare altro che cercare di portare il nostro rispettoso contributo, al fine anche di attualizzare l’opera, ma senza stravolgerne il senso profondo”.

La regia del “Rigoletto” che aprirà la stagione lirica del “Rendano” è di Renato Bonajuto che è stato, fino allo scorso anno, direttore artistico del Teatro Coccia di Novara, la sua città.

“E’ sempre un’opera attuale – sottolinea Bonajuto – ma è anche un esperimento di Verdi, perché è la prima opera discorsiva nella quale non ci sono le arie chiuse con la cabaletta, come ad esempio nel “Trovatore”, nel quale Verdi tornerà sui suoi passi. Qui viene sperimentato per la prima volta ciò che poi si ripeterà in tutto il Novecento e che Verdi riproporrà in “Otello” e Falstaff”, dove non compaiono più i pezzi chiusi e la trama diventa discorsiva. E’ il primo esperimento di vera drammaturgia musicale”. Bonajuto non nasconde la sua soddisfazione per l’affiatamento emerso con i cantanti del cast.
“Lavorare con Alberto Gazale – dice – è una gran gioia per ogni regista, ma anche con tutti gli altri è piacevolissimo. Ho ritrovato Giulia Mazzola, che interpreta Gilda, che è bravissima e che, peraltro, avevo premiato in diversi concorsi. Matteo Giuseppe Falcier (il Duca di Mantova) lo conosco da quando ero ragazzino, perché siamo della stessa città e Luca Gallo (Sparafucile) ha già fatto il mio primo “Rigoletto” nel 2004 e che ho diretto quando avevo 25 anni. Il clima è molto, molto positivo”.

Negli altri ruoli:

Alessandra Palomba (Maddalena), Sabrina De Rose (Giovanna), Cesare Filiberto Tenuta (Monterone) Antonio Fratto (Marullo), Emanuele Campilongo (Borsa) Francesco Laino (Conte di Ceprano), Maria Pia Martucci e Mario Bonofiglio. Il coro è il confermatissimo “Francesco Cilea” diretto dal maestro Bruno Tirotta. Le scenografie sono di Fantasiainre di Stefano Giaroli e i costumi di Arrtemio Cabassi. Ancora pochi i biglietti disponibili presso l’Agenzia In Primafila (tel.0984 795699).

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