Consorzio salumi di Calabria Dop, dopo Salsiccia e Soppressata il Ministero revoca il controllo anche su Pancetta e Capocollo. Ma i Salumi di Calabria restano DOP

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ROMA – “Revocato dal Ministero dell’Agricoltura e Foreste, dopo la salsiccia e la soppressata già fuori dal 2021, al Consorzio dei salumi di Calabria Dop, il controllo e la valorizzazione della Pancetta e del Capocollo di Calabria Dop.” L’annuncio di MDC Associazione Consumatori che prosegue: “Di fatto con il decreto del 3 Agosto del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste (In via di pubblicazione in G.U.) ha sancito la revoca del riconoscimento conferito con il decreto ministeriale del 15 marzo 2007 al Consorzio di Tutela del Capocollo di Calabria DOP e della Pancetta di Calabria DOP dell’incarico a svolgere le funzioni di cui all’art. 53, comma 15, della legge 24 aprile 1998, n. 128 come modificato dall’art. 14, della legge 21 dicembre 1999, n. 526, attività avviata appunto nel 2007 (Attività di controllo e valorizzazione ndr) con la presenza di produttori storici, Dodaro, Madeo, Cozac, soci-fondatori insieme ad un altra decina di aziende motivate a sviluppare il settore dei salumi di qualità.

La decisione ministeriale era stata, peraltro, annunciata anche attraverso una serie di atti ufficiali che non hanno avuto riscontro nella governance del consorzio stesso e che ha visto anche l’ente Regione e l’Assessorato di riferimento defilarsi in un imbarazzante silenzio. Insomma per qualche anno ci si è trascinati in un lento, ma inesorabile e annunciato declino, nonostante i numerosi rassicuranti comunicati del Consorzio che preannunciavano ripartenze, mai esistite. La questione ufficialmente era già sorta un paio di anni fa quando lo stesso Ministero revocava al Consorzio dei Salumi di Calabria Dop il controllo e la valorizzazione della Salsiccia e della Soppressata di Calabria Dop, con Decreto del 27 gennaio 2021 intimando nel contempo il cambio di denominazione da Consorzio dei Salumi di Calabria Dop a Consorzio della pancetta di Calabria Dop e del capocollo di Calabria Dop, solo grazie ad un artificio tecnico il consorzio ribattezzato ufficialmente, ha continuato in realtà ad utilizzare la vecchia denominazione e l’identico marchio, pur avendo perso la rappresentanza della metà dei salumi DOP Calabresi. Con riferimento a questi comportamenti, il 15/12/2021 era pure pervenuta una nota ministeriale, su segnalazione di un’associazione consumatori nazionale (MDC ndr) per il fuorviante utilizzo della denominazione breve.

Insomma un triennio tormentato quello del Consorzio della Pancetta di Calabria Dop e del Capocollo di Calabria Dop, in breve Consorzio dei Salumi di Calabria Dop. Un epilogo che si poteva evitare perché previsto e prevedibile, ma che ora ha il timbro dell’ufficialità. Occorre sottolineare che nulla cambia in relazione al riconoscimento comunitario dei quattro salumi di Calabria che erano e restano a denominazione di origine protetta (salsiccia, soppressata, capocollo e pancetta, quindi, restano Dop). Il decreto ministeriale di revoca è un atto, che seppur tardivo, era dovuto e tecnicamente interviene quando un Consorzio al quale è affidata dal Ministero l’attività di valorizzazione e controllo perde la rappresentatività, ossia non raggiunge il 66% del prodotto certificato. Questa condizione purtroppo si è verificata, perché in questi ultimi anni il Consorzio non solo ha perduto pezzi importanti dal punto di vista della compagine sociale, ma nello stesso tempo non è riuscito a coinvolgere altri produttori, ed a nulla è valso il contributo europeo di oltre un milione di euro, per la promozione dei quattro salumi Dop, di cui due però erano già fuori dall’orbita del Consorzio, assegnato dall’Assessorato all’agricoltura della Regione Calabria e gestito dal Consorzio. I salumi di Calabria sono una riconosciuta eccellenza regionale e una risorsa apprezzata in tutto il mondo che va davvero difesa e valorizzata. Dalla vicenda occorre trarne le opportune conclusioni, occorre ricostruire un rapporto di fiducia tra i diversi attori della filiera, occorre mettere insieme i cocci, e ripartire forti della consapevolezza di avere produzioni norcine di qualità che tutto il mondo apprezza”.

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