Regolarità piscine calabresi, Fin Calabria risponde sul caso Papandrea

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La notizia del record europeo stabilito da Tiziana Papandrea nei 400 stile libero categoria M50, in occasione della prima giornata dei recenti Campionati Italiani Master di Nuoto di Torino, è destabilizzante. Il motivo è presto spiegato in quanto l’atleta il record lo aveva già stabilito in occasione dei Campionati Regionali Calabresi Master, in una piscina legalmente omologata, come tutti gli impianti sportivi natatori della Calabria”. Comincia così la nota del Comitato regionale Calabria della Federnuoto sul caso del record sopraccitato.

“In quella occasione (l’atleta, ndr) stabilì il tempo di 4’36”24. Quindi sembra molto ma molto strano che si sia messa in giro una notizia del genere priva di ogni fondamento”, prosegue la nota definendola come la “classica fake news”. “E lascia molto perplessi la dichiarazione della nuotatrice che afferma tra l’altro: <<Purtroppo è evidente che anche quando ti dicono che le vasche sono omologate talvolta non è così>>. “In Calabria il Comitato Regionale della Federazione Italiana Nuoto può affermare senza ombra di smentita, come è facilmente accertabile, che tutte le piscine sono omologate. E la conferma qualora ce ne fosse bisogno arriva dal record italiano nei 200 stile libero(categoria M70) stabilito da Salvatore Sinopoli della Kroton Nuoto in occasione del Trofeo Swimming Master disputatosi nella piscina comunale di Cosenza, regolarmente omologato”.

Sulla vicenda arrivano quindi le precisazioni e il commento del presidente del Comitato Calabrese della FIN, Alfredo Porcaro.

“Siamo rammaricati e delusi – osserva Alfredo Porcaro – da tale notizia e dalla dichiarazione di una atleta da noi stimatissima. Sarebbe bastato che la società di appartenenza della nuotatrice avesse segnalato il record al GUG Calabria che avrebbe provveduto ad aprire la procedura, come avvenuto nel record dell’atleta Sinopoli. Teniamo a precisare che tutte le manifestazioni federali devono svolgersi in impianti omologati e ci sorprende che un’atleta di tale livello non sia a conoscenza di ciò. Sicuramente qualora esistessero gli estremi, quale Comitato Regionale Calabro ci sentiremo in dovere di adire per via legali, a tutela del buon nome dello stesso Comitato”.