L’incredibile storia di Eugenio Carbone, stilista, modellista e artista cosentino (originario di Mendicino), scomparso il 25 ottobre del 2021 ed il cui talento gli consentì di lavorare accanto ad alcune grandi firme dell’alta moda italiana, come Germana Marucelli, le sorelle Fontana e Renato Balestra, è oggi raccontata in un bel libro, uscito qualche giorno prima dello scorso Natale e di cui è autrice la scrittrice Daniela Rossi.
Il titolo della biografia è “Eugenio Carbone, un genio tra ago e pennello”, pubblicata dall’editore Cleup di Padova, la città dove Daniela Rossi vive ormai da diversi anni, pur essendo le sue radici a Mendicino, lo stesso paese di Eugenio Carbone.
Il titolo della biografia è “Eugenio Carbone, un genio tra ago e pennello”, pubblicata dall’editore Cleup di Padova, la città dove Daniela Rossi vive ormai da diversi anni, pur essendo le sue radici a Mendicino, lo stesso paese di Eugenio Carbone.Il volume è stato presentato al Museo MAM di Corso Telesio ad iniziativa della Commissione cultura del Comune di Cosenza, presieduta da Mimmo Frammartino, che ha colto l’occasione della mostra che ha radunato, negli spazi del museo provinciale, le opere pittoriche e sartoriali dello stilista ed artista cosentino, in occasione dei 90 anni dalla nascita, perché si parlasse della sua biografia, alla presenza dell’autrice e dei familiari di Eugenio Carbone. La presentazione è stata introdotta dallo stesso Frammartino che ha dapprima ricordato la figura di Carbone, tracciando poi il profilo dell’autrice della biografia, Daniela Rossi. Docente di Storia della grafica pubblicitaria all’Università Ca’ Foscari di Venezia, l’autrice si autodefinisce ostetrica dei libri in quanto con il suo lavoro aiuta gli aspiranti scrittori e scrittrici a partorire le loro opere. “Questa volta però – ha sottolineato Frammartino – il libro lo ha partorito direttamente lei, facendo un grande regalo alla nostra terra”. A raccontare l’esistenza di Eugenio Carbone, le sue gioie e i suoi dolori, il successo appartato, senza troppi clamori, nel campo della moda, in ossequio a quella riservatezza che ne costituiva la cifra di riconoscibilità, così come i suoi incontri straordinari con le dive della canzone e del cinema (dalle cantanti Mina e Katyna Ranieri all’attrice Rosanna Schiaffino) e con alcuni nomi altisonanti dell’haute couture ed i grandi intellettuali che ne frequentavano i salotti, è lo stesso protagonista del libro. Scelta e intuizione azzeccata quella della stessa autrice di affidare ad Eugenio Carbone il compito di narrare, in prima persona, il film della sua vita. Un libro che, come dice Daniela Rossi, “è intessuto di vissuto, storie e memorie e che è nato da una lunghissima chiacchierata con Eugenio su Zoom, durante il periodo del lockdown. Mi si accese la lampadina e così prese forma l’idea del libro, anche perché – ha aggiunto – non possiamo consentire che quando c’è una bella storia da raccontare, la si lasci dissolvere. La memoria è l’anima di un popolo e un popolo senza memoria perde la sua identità”. Daniela Rossi ha aggiunto di aver voluto riannodare il filo del racconto di una vita che ricorda il filo di seta della filanda di Mendicino”. Nella descrizione dell’autrice, Eugenio Carbone è stato “un gentiluomo che non ha mai sgomitato per mettersi in luce, con una grande apertura verso le novità”. Ma il libro restituisce anche lo specchio dell’Italia, dal secondo dopoguerra al nuovo millennio, con un occhio particolarmente attento alle evoluzioni della moda. “Spero che i giovani leggano questo libro – questa l’esortazione di Daniela Rossi – per il messaggio che lancia alle giovani generazioni che sono un po’ smarrite e alla ricerca di una collocazione”. La presentazione del libro è stata intervallata dalle musiche della chitarrista Sabrina Posteraro, allieva di talento del Conservatorio di Musica “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza, ma ha fatto registrare anche altri interventi, come quello di Paolo Losito, genero di Eugenio Carbone, che nel definirlo senza riserve, come sottolinea lo stesso titolo del libro, “un genio”, ha espresso qualche rammarico per non aver visto adottato nelle scuole di taglio il manuale nel quale Carbone aveva molto investito ed in cui si trova illustrato il rivoluzionario metodo didattico, fondato sulla progettazione libera su un manichino appositamente brevettato. Un metodo in grado di trasferire competenze e capacità alle nuove generazioni, con vantaggi non di poco conto, dai costi, molto più contenuti, ai tempi di realizzazione che risultano notevolmente più brevi. Il miglior lascito che Eugenio Carbone potesse concepire. Nella stesura del trattato, composto da circa 2 mila foto, Paolo Losito ebbe un ruolo importante. “Impiegammo cinque anni di studio attento e rigoroso. Era un brevetto europeo. Una finezza che Eugenio inventò di sana pianta e che dà il senso della sua mente particolarmente innovativa e lungimirante”. Chi ha fatto, invece, tesoro degli insegnamenti di Eugenio Carbone è Giusy Di Bartolo, divenuta a sua volta stilista e che è stata sua allieva da quando aveva 20 anni. Anche per lei Eugenio Carbone era un genio e tra le sue migliori qualità ha ricordato “soprattutto la sicurezza e l’umiltà”. Per chi lo ha conosciuto, il libro di Daniela Rossi è lo strumento migliore per eternare il ricordo di Eugenio. Per chi, invece, grazie a queste pagine, incrocerà per la prima volta il suo nome, l’occasione imperdibile per approfondirne la conoscenza e lasciarsi ghermire da quell’amore che ha dispensato a piene mani, nelle sue creazioni, nei suoi quadri, nel rapporto immenso e viscerale con i suoi cari, dalla moglie Eleonora alla figlia Susy, ai suoi adorati nipoti.