Continua il suo viaggio emotivo Giuseppe Aletti, poeta, editore e formatore originario di Rocca Imperiale, titolare dell’omonima casa editrice che ha sede a Villanova di Guidonia (Roma). Dopo aver percorso le tappe di 365 giorni nella sua “Feritoia”, ora l’indagine esistenziale è suddivisa nei dodici mesi che racchiudono il cerchio simbolico di un anno intero. Si intitola “Itinerari in cerca di senso” la sua ultima opera – la seconda della trilogia del viaggio e del tempo -, in cui Aletti prosegue la sua esplorazione sull’essere finiti, ma senza mai tralasciare l’importanza di credere nei propri sogni. «Sognare rende liberi anche dalle oppressioni delle scadenze quotidiane».
Un percorso consapevole, un «breviario laico» – come lo definisce lo stesso autore -, dove «ogni testo diventa un segna tempo emotivo che ci apre a nuovi orizzonti e a nuove riflessioni». Mese dopo mese, il poeta dona qualcosa di sé e del proprio sapere, della vita impreziosita dall’amore per la sua Valentina e il figlio Carlo, dagli incontri che inevitabilmente hanno plasmato la sua crescita. E lo fa come da oltre trent’anni gli riesce meglio: diventando custode delle parole, proteggendole e poi tirandole fuori, quasi in maniera ossessiva. «Sono tutto quello che contiene una pagina».
Un libro vero che insegna a non arrendersi nel nome dei propri desideri e della conoscenza interiore. Ma allo scoccare del primo agosto, proprio quando ormai manca poco all’evento di punta dell’Aletti editore, “Il Federiciano”, il viaggio esistenziale incontra il destino – come racconta lo stesso Aletti. Un grave incidente lo costringe a fare i conti con se stesso, mettendolo dinanzi alle proprie fragilità. Ecco che il maestro Aletti lascia il posto a Giuseppe. Con le sue paure e gli sfoghi emotivi. Ma anche con la forza del suo pensiero, in cui trova rifugio quando l’ansia prende il sopravvento in quella stanza di ospedale in cui il freddo bianco dei muri stride con le calde sfumature della parola in versi.
«Durante la scrittura di questi itinerari – scrive Giuseppe Aletti nella Prefazione – ho camminato sul ciglio di un burrone, distendere parole sulla pagina ha generato nuove insegne luminose che mi hanno indicato la strada per tornare a casa». E’ questo il viaggio verso le aspirazioni più autentiche, fatto di tappe e fermate, salite e discese. Verso una meta che può essere luogo reale o di crescita personale e obiettivi da perseguire. Godendosi la bellezza di un panorama raggiunto dopo aver superato i propri limiti. Un viaggio fatto di spazio e tempo, in un mondo in evoluzione dove, però, «conta solo ciò che resta».