Revocate le espulsioni di Shalabayeva e Alua. Ma il nostro governo non chiarisce tutto

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Prima che lo scandalo del rapimento di Shalabayeva e Alua potesse risvegliare la coscienza dell’opinione pubblica internazionale, il governo Letta-Berlusconi ha annullato le espulsioni della moglie e della figlia del dissidente kazako Ablyazov. Da un comunicato emesso da Palazzo Chigi si legge: “a seguito della revoca del provvedimento di espulsione, che verrà immediatamente resa nota alle autorità kazake attraverso i canali diplomatici, la signora Alma Shalabayeva potrà rientrare in Italia, dove potrà chiarire la propria posizione. Il governo, colti i profili di protezione internazionale che il caso ha sollevato, si è immediatamente attivato per verificare le condizioni di soggiorno in Kazakistan della signora e della figlia”.

Chi però deve necessariamente chiarire la propria posizione è il governo Italiano, che sostiene di essere venuto tardivamente a conoscenza del provvedimento di espulsione. Quindi, Letta, Alfano e Bonino non sapevano nemmeno chi fossero le due persone i cui diritti sono stati palesemente violati. Strano, per non dire assurdo o inverosimile, che due espulsioni vengano silenziosamente ratificate e approvate dalla Procura della Repubblica del Tribunale dei Minorenni (30 Maggio), dal Giudice di Pace (31 Maggio), dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale e dalla Procura e dalla Procura della Repubblica per i Minorenni (31 Maggio).

Shalabayeva, la cui storia dovrebbe essere raccontata da più mezzi dell’informazione, ha affermato che ci sono state minacce e violenze e uomini della Digos, vestiti con catene dorate al collo, che dicevano: “io sono la mafia”. Il bersaglio dei cinquanta uomini della polizia di Stato era il dissidente kazako Ablyazov, in esilio a Londra. Inoltre, mamma e figlia sono state rispedite a casa con un aereo privato della Avcon Jet, partito da Ciampino e pagato 400 mila dollari e il cognato della signora sarebbe uscito da una stanza della polizia con il naso sanguinante e un labbro spaccato.

Politicamente, la vicenda ha portato alla dura reazione di Sel e del M5S, che presenteranno una mozione di sfiducia individuale, con il preciso ed utopistico intento di far dimettere il Ministro dell’Interno Angelino Alfano, che sicuramente resterà al proprio posto e verrà coccolato dai colleghi.

Possono alcuni pezzi di uno Stato che si definisce democratico agire così silenziosamente ? Esiste un oscuro manovratore che ha dato precise disposizioni per il rapimento di due persone? Può un governo dormire su una così eclatante violazione dei diritti umani ? Perchè l’opinione pubblica non si indigna ?

Le risposte a così tanti interrogativi sono le più semplici e terribili. Siamo il paese delle verità nascoste o taciute, dove pezzi importanti dello Stato agiscono senza chiedere permesso e senza scusarsi se tanti misteri italiani (non materia per un libro giallo o un thriller, ma pagine di Storia che racchiudono stragi, apparati statali malsani che trattavano con le mafie e con i terroristi neri per destabilizzare il paese e mantenere intatto quel potere che per mezzo secolo ha governato malissimo una nazione) non sono stati risolti, se tanti morti e tante famiglie chiedono giustizia e si sentono rispondere: “io so, ma non ho le prove”.

 

 

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