Ritrovare gusti perduti: il sapore antico delle cicerchie

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COSENZA – Cibo e cultura è l’abbinamento che hanno scelto da Otra Vez per un originale e stuzzicante aperitivo. Il primo appuntamento tematico, quello di ieri, è stato dedicato alla cicerchia. Un pomeriggio gustoso che non è semplice degustazione di un prodotto, ma che parte dall’esigenza di riscoprire antichi sapori e tradizioni del nostro territorio che stanno scomparendo sotto il peso della massificazione dei gusti e dei consumi.

A Valentina Oliveri del ristorante L’Elibelinde Cibo Cultura è stato affidato il compito della preparazione dei piatti, ma soprattutto ha avuto il merito di spiegare ai presenti la storia e l’utilizzo di questo antico legume.

Una coltivazione che la tradizione contadina conosce ed utilizza da tempi arcaici, ma che ha avuto una sorte decisamente sfortunata. Legata ai periodi di siccità e carestia, perché ha un buon rendimento quando le altre colture falliscono, la cicerchia è sempre stata associata all’idea della scarsità e della fame. I prodotti importati dal continente americano dopo la scoperta del nuovo mondo e – in tempi più recenti – l’inserimento di monocolture nei processi di produzione agricola ne hanno causato pian piano la scomparsa dalle nostre diete. Un oscurantismo che sembra trovare oggi una regressione, soprattutto grazie all’attività di salvaguardia della biodiversità delle coltivazioni e all’estro creativo di alcuni chef di successo che hanno riportato, nei campi e sulle tavole, la cicerchia.

Ad accompagnare le storie gustose di Valentina l’esperienza della cooperativa Terre Joniche-Libera Terra di Crotone, che per voce della sua presidentessa – Raffaella Conci – ha portato la testimonianza di uno dei primi nodi della filiera, ovvero i produttori agricoli. Un punto di vista, però, particolare, che ben si sposa con la dimensione culturale della serata. I prodotti della cooperativa Terre Joniche, infatti, veicolano un elevato valore sociale, poiché nascono da terreni confiscati alla mafia. Un’attività che è un’autentica scelta di vita, nella direzione di un’economia che garantisca la lotta alle disuguaglianze e alle ingiustizie, il rispetto dei lavoratori, la salvaguardia ambientale, l’attenzione verso il prossimo, lo sviluppo delle comunità di appartenenza.

Passa dunque dal palato e dalla gola l’invito a modalità di consumo e di acquisto più consapevoli. L’appuntamento è al prossimo prodotto da riscoprire.

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

 

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